bash

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Version: 9 mar 1995 (fedora - 25/11/07)

Section: 1 (Commandes utilisateur)

NOME

bash - GNU Bourne-Again SHell

SINTASSI

bash [opzioni] [file] Bash is Copyright (C) 1989, 1991 by the Free Software Foundation, Inc.

DESCRIZIONE

Bash è un interprete di linguaggio di comandi sh-compatibile che esegue i comandi letti dallo standard input o da un file. Bash inoltre incorpora utili caratteristiche delle Korn e C shell (ksh e csh).

Bash è, in definitiva, progettata per essere una implementazione conforme alle IEEE Posix Shell and Tools specification (IEEE Working Group 1003.2).

OPZIONI

In aggiunta alle opzioni della shell a "singolo carattere" documentate nella descrizione del comando incorporato set, quando è lanciata, bash interpreta i seguenti flag:
-c stringa
Se è presente il flag -c, allora i comandi sono letti da stringa. Se vi sono argomenti dopo la stringa, essi sono assegnati ai parametri posizionali, partendo da $0.
-i
Se è presente il flag -i, la shell è interattiva.
-s
Se è presente il flag -s, o se non rimane alcun argomento dopo che sono state esaminate le opzioni, allora i comandi sono letti dallo standard input. Questa opzione permette di predisporre i parametri posizionali quando si chiama una shell interattiva.
-
Un singolo - segna la fine delle opzioni e disabilita l'ulteriore processo di opzioni. Qualsiasi argomento dopo il - è trattato come nome di file e argomento. Un argomento -- è equivalente a un argomento -.

Bash interpreta anche un certo numero di opzioni "multi carattere". Queste opzioni devono apparire nella linea di comando prima che siano rilevate delle opzioni a "singolo carattere".

-norc
Non legge né esegue il file personale di inizializzazione ~/.bashrc se la shell è interattiva. Questa opzione è attiva per default se la shell è chiamata come sh.
-noprofile
Non legge né il file di inizializzazione generico di sistema /etc/profile né alcuno dei file personali di inizializzazione ~/.bash_profile, ~/.bash_login, o ~/.profile. Per default, bash normalmente legge questi file quando è chiamata come shell di login (si veda ESECUZIONE più avanti).
-rcfile file
Esegue comandi letti da file invece che dal file personale di inizializzazione standard ~/.bashrc, se la shell è interattiva (si veda ESECUZIONE più avanti).
-version
Mostra il numero di versione della istanza di bash quando parte.
-quiet
Non è "loquace" quando parte (non mostra la versione della shell né qualunque altra informazione). Questo è il default.
-login
Fa agire bash come se fosse stata chiamata come shell di login.
-nobraceexpansion
Non esegue l'espansione delle parentesi graffe (si veda Espansione delle parentesi graffe più avanti).
-nolineediting
Non usa la libreria GNU readline per leggere le linee di comando, se interattiva.
-posix
Cambia il comportamento di bash, dove le operazioni di default differiscono dallo standard Posix 1003.2, per combaciare con lo standard.

ARGOMENTI

Se rimangono argomenti dopo che sono state processate le opzioni, e né l'opzione -c né l'opzione -s sono state fornite, il primo argomento è assunto essere il nome del file che contiene i comandi di shell. Se bash è chiamata in questo modo, $0 è posto uguale al nome del file, e i parametri posizionali sono posti uguali agli argomenti rimasti. Bash legge ed esegue comandi da questo file, poi esce. Lo stato di uscita di Bash è lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito nello script.

DEFINIZIONI

blank
Uno spazio o carattere di tabulazione (tab).
parola
Una sequenza di caratteri considerata come una singola unità dalla shell. Anche noto come token.
nome
Una parola che consiste solo di caratteri alfanumerici e underscore (_), e comincia con un carattere alfabetico o un underscore. Anche indicata come identificatore.
metacarattere
Un carattere che, quando non quotato, separa le parole. Uno dei seguenti:

| & ; ( ) < > spazio tab
operatore di controllo
Un token che realizza una funzione di controllo. Esso è uno dei seguenti simboli:

|| & && ; ;; ( ) | <newline>

PAROLE RISERVATE

Le parole riservate sono parole che hanno un significato speciale per la shell. Le seguenti parole sono riconosciute come riservate quando non quotate e sono o la prima parola di un comando semplice (si veda GRAMMATICA DELLA SHELL più avanti) o la terza parola di un comando case o di un comando for :

! case do done elif else esac fi for function if in select then until while { }

GRAMMATICA DELLA SHELL

Comandi semplici

Un comando semplice è una sequenza opzionale di assegnamenti di variabile seguita da parole, separate da blank, e ridirezioni, e terminati da un operatore di controllo. La prima parola specifica il comando che deve essere eseguito. Le rimanenti parole sono passate come argomenti per il comando chiamato.

Il valore di ritorno di un comando semplice è il suo stato di uscita, o 128+n se il comando è terminato da un segnale n.

Pipeline

Una pipeline è una sequenza di uno o più comandi separati dal carattere |. Il formato per una pipeline è:


[ ! ] comando [ | comando2 ... ]

Lo standard output di comando è connesso allo standard input di comando2. Questa connessione è effettuata prima di qualsiasi ridirezione specificata dal comando (si veda RIDIREZIONE più avanti).

Se la parola riservata ! precede una pipeline, lo stato di uscita di quella pipeline è il NOT logico dello stato di uscita dell'ultimo comando. Altrimenti, lo stato della pipeline è lo stato di uscita dell'ultimo comando. La shell aspetta che tutti i comandi nella pipeline terminino, prima di ritornare un valore.

Ogni comando in una pipeline è eseguito come un processo separato (cioè, in una subshell).

Liste

Una lista è una sequenza di una o più pipeline separate da uno degli operatori ;, &, &&, o ||, e terminata da uno di ;, &, o <newline>.

Di questi operatori di lista, && e || hanno uguali precedenze, seguiti da ; e &, che hanno uguali precedenze.

Se un comando è terminato dall'operatore di controllo &, la shell esegue il comando in background in una subshell. La shell non aspetta che il comando finisca, e lo stato di ritorno è 0. I comandi separati da un ; sono eseguiti sequenzialmente; la shell aspetta che ogni comando, a turno, termini. Lo stato di ritorno è lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito.

L'operatore di controllo && e || denotano liste AND e liste OR, rispettivamente. Una lista AND ha la forma


comando && comando2

comando2 è eseguito se, e solo se, comando ritorna uno stato di uscita di zero.

Una lista OR ha la forma


comando || comando2

comando2 è eseguito se e solo se comando ritorna uno stato di uscita diverso da zero. Lo stato di ritorno di liste AND e OR è lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito nella lista.

Comandi composti

Un comando composto è uno dei seguenti:

(lista)
lista è eseguita in una subshell. Assegnamenti di variabile e comandi incorporati che influenzano l'ambiente della shell non lasciano effetti dopo che il comando è completato. Lo stato di ritorno è lo stato di uscita di lista.
{ lista; }
lista è semplicemente eseguita nell'ambiente di shell corrente. Questo è conosciuto come group command. Lo stato di ritorno è lo stato di uscita di lista.
for nome [ in parola; ] do lista ; done
La lista di parole seguenti in è espansa, generando una lista di elementi. La variabile nome è posta, di volta in volta, a ciascun elemento di questa lista e lista è eseguita ogni volta. Se la in parola è omessa, il comando for esegue lista una volta per ogni parametro posizionale che è posto (si veda PARAMETRI più avanti).
select nome [ in parola; ] do lista ; done
La lista di parole seguenti in è espansa, generando una lista di elementi. L'insieme delle parole espanse è stampato sullo standard error, ognuna preceduta da un numero. Se la in parola è omessa, sono stampati i parametri posizionali (si veda PARAMETRI più avanti). È poi mostrato il prompt PS3 ed è letta una linea dallo standard input. Se la linea consiste del numero corrispondente a una delle parole mostrate, allora il valore di nome è posto a quella parola. Se la linea è vuota, le parole e il prompt sono mostrati di nuovo. Se è letto EOF, il comando termina. Qualsiasi altro valore letto fa sì che nome sia posto al valore nullo. La linea letta è salvata nella variabile REPLY. La lista è eseguita dopo ciascuna selezione fino a che non sia eseguito un comando break o return. Lo stato di uscita di select è lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito in lista, o zero se nessun comando è stato eseguito.
case parola in [ pattern [ | pattern ]
Un comando case prima espande parola, e prova a confrontarla, a turno, con ognuno dei pattern, usando le stesse regole di confronto della espansione di percorso (si veda Espansione di percorso più avanti). Quando viene trovata una coincidenza, è eseguita la lista corrispondente. Dopo il primo confronto riuscito, non ne viene controllato nessuno dei successivi. Lo stato di uscita è zero se nessun pattern combacia. Altrimenti, esso è lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito in lista.
if lista then lista [ elif lista then lista ] ... [ else lista ] fi
La lista dopo if è eseguita. Se il suo stato di uscita è zero, è eseguita la lista dopo then . Altrimenti, è eseguita a turno ciascuna lista dopo elif , e se il suo stato di uscita è zero, è eseguita la corrisponddente lista dopo then e il comando termina. Altrimenti, se presente, è eseguita, la lista dopo else . Lo stato di uscita è lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito, o zero se nessuna delle conditioni provate era vera.
while lista do lista done
until lista do lista done
Il comando while esegue continuamente la lista dopo do fin tanto che l'ultimo comando in lista ritorna uno stato di uscita di zero. Il comando until è identico al comando while, con la sola differenza che il risultato del test è negato; la lista dopo do è eseguita fin tanto che l'ultimo comando in lista ritorna uno stato di uscita diverso da zero. Lo stato di uscita dei comandi while e until è lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito nella lista dopo do o zero se non ne è stato eseguito alcuno.
[ function ] nome () { lista; }
Questo definisce una funzione chiamata nome. Il corpo della funzione è la lista di comandi tra { e }. Questa lista è eseguita ogni volta che nome è specificato come nome di un comando semplice. Lo stato di uscita di una funzione è lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito nel corpo (si veda FUNZIONI più avanti).

COMMENTI

In una shell non interattiva, o una shell interattiva in cui è abilitata l'opzione -o interactive-comments del comando incorporato set, una parola che inizia con # fa sì che la parola e tutti i rimanenti caratteri su quella linea siano ignorati. Una shell interattiva senza l'opzione -o interactive-comments abilitata non permette i commenti.

QUOTATURA

La Quotatura è usata per togliere il significato speciale, per la shell, di certi caratteri o parole. La quotatura può essere usata per disabilitare speciali trattamenti per i caratteri speciali, per prevenire che le parole riservate siano riconosciute come tali, e per prevenire l'espansione di parametro.

Ciascuno dei metacaratteri elencati prima sotto DEFINIZIONI ha un significato speciale per la shell e deve essere quotato se esso deve rappresentare se stesso. Vi sono tre meccanismi di quotatura: caratteri di escape, apostrofi, e virgolette.

Un backslash (\) non quotato è il carattere di escape. Esso conserva il valore letterale del successivo carattere, con l'eccezione di <newline>. Se vi è una coppia \<newline> , e il backslash non è quotato, il \<newline> è trattato come una continuazione di linea (cioè, viene realmente ignorato).

Racchiudere caratteri in apostrofi conserva il valore letterale di ogni carattere all'interno. Un apostrofo non può trovarsi tra apostrofi, nemmeno quando preceduto da un backslash.

Racchiudere caratteri in virgolette conserva il valore letterale di tutti i caratteri all'interno, con le eccezioni di $, `, e \. I caratteri $ e ` conservano il loro significato speciale anche tra virgolette. Il backslash mantiene il suo significato speciale solo quando seguito da uno dei seguenti caratteri: $, `, ", \, o <newline>. Le virgolette possono essere racchiuse fra virgolette facendole precedere da un backslash.

I parametri speciali * e @ hanno un significato speciale quando sono tra virgolette (si veda PARAMETRI più avanti).

PARAMETRI

Un parametro è una entità che immagazzina valori, qualcosa come una variabile in un linguaggio di programmazione convenzionale. Esso può essere un nome, un numero, o uno degli speciali caratteri elencati più avanti sotto Parametri speciali. Per gli scopi della shell, una variabile è un parametro indicato da un nome.

Un parametro è impostato se ad esso è stato assegnato un valore. La stringa nulla è un valore valido. Una volta che una variabile è impostata, essa può essere eliminata solo usando il comando incorporato unset (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

Una variabile può essere assegnata da una istruzione della forma


nome=[valore]

Se valore non è dato, alla variabile è assegnata la stringa nulla. Tutti i valori sono sottoposti alla espansione della tilde, espansione di parametro e variabile, sostituzione di comando, espansione aritmetica, e rimozione dei caratteri di quotatura. Se la variabile ha il suo attributo -i posto (si veda declare più avanti in COMANDIINCORPORATIDELLASHELL) allora valore è sottoposto alla espansione aritmetica perfino se la sintasi $[...] non appare. La suddivisione in parole non è effettuata, con l'eccezione di "$@" come spiegato più avanti sotto Parametri speciali. L'espansione di percorso non è effettuata.

Parametri posizionali

Un parametro posizionale è un parametro indicato da una o più cifre, diverse dalla singola cifra 0. I parametri posizionali sono assegnati dagli argomenti della shell quando questa è chiamata, e possono essere riassegnati usando il comando incorporato set . I parametri posizionali non possono essere assegnati con istruzioni di assegnamento. I parametri posizionali sono temporaneamente sostituiti quando è eseguita una funzione di shell (si veda FUNZIONI più avanti).

Quando si espande un parametro posizionale consistente di più di una sola cifra, esso deve essere racchiuso tra parentesi graffe (si veda ESPANSIONE più avanti).

Parametri speciali

La shell tratta molti parametri in modo speciale. Questi parametri possono solo essere referenziati; il loro assegnamento non è permesso.

*
Si espande nei parametri posizionali, a partire da uno. Quando l'espansione avviene tra virgolette, esso si espande in una singola parola con il valore di ogni parametro separato dal primo carattere della variabile speciale IFS. Cioè, ``$*'' è equivalente a ``$1c$2c...'', dove c è il primo carattere del valore della variabile IFS. Se IFS è nulla o non posta, i parametri sono separati da spazi.
@
Si espande nei parametri posizionali, a partire da uno. Quando l'espansione avviene tra virgolette, ogni parametro si espande in una parola separata. Cioè, `` $@'' è equivalente a ``$1'' ``$2'' ... Quando non vi è alcun parametro posizionale, ``$@'' e $@ si espandono in nulla (cioè, sono rimossi).
#
Si espande nel numero di parametri posizionali in decimale.
?
Si espande nello stato della pipeline in foreground più recentemente eseguita.
-
Si espande nei flag di opzione correnti come specificato in base alla chiamata, dal comando incorporato set, o quelli posti dalla shell stessa (come il flag -i ).
$
Si espande nel ID di processo della shell. In una subshell (), esso si espande nel ID di processo della shell corrente, non la subshell.
!
Si espande nel ID di processo del comando in background (asincrono) più recentemente eseguito.
0
Si espande nel nome della shell o script di shell. Questo è posto alla inizializzazione della shell. Se bash è chiamata con un file di comandi, $0 è posto al nome di quel file. Se bash è avviata con l'opzione -c, allora $0 è posto al primo argomento dopo la stringa che deve essere eseguita, se ve ne è una presente. Altrimenti, esso è posto al percorso usato per chiamare bash, come dato dall'argomento zero.
_
Si espande nell'ultimo argomento del precedente comando, dopo l'espansione. È anche posto al nome completo di ogni comando eseguito e messo nell'ambiente ed esportato per quel comando.

Variabili di shell

Le seguenti variabili sono poste dalla shell:

PPID
L'ID di processo del genitore della shell.
PWD
La directory di lavoro corrente come posta dal comando cd.
OLDPWD
La precedente directory di lavoro come posta dal comando cd.
REPLY
Posta alla linea di input letta dal comando incorporato read quando nessun argomento è dato.
UID
Si espande all'ID di utente dell'utente corrente, inizializzata all'avvio della shell.
EUID
Si espande all'effettivo ID di utente dell'utente corrente, inizializzata all'avvio della shell.
BASH
Si espande al nome completo usato per chiamare questa istanza di bash.
BASH_VERSION
Si espande al numero di versione della istanza di bash.
SHLVL
Incrementato di uno ogni volta che una istanza di bash è avviata.
RANDOM
Ogni volta che questo parametro è referenziato, viene generato un numero intero casuale. La sequenza di numeri casuali può essere inizializzata assegnando un valore a RANDOM. Se RANDOM viene eliminato, perde le sue speciali proprietà, perfino se esso viene successivamente rimesso.
SECONDS
Ogni volta che questo parametro è referenziato, viene ritornato il numero di secondi dalla chiamata della shell. Se un valore è assegnato a SECONDS, il valore ritornato in base ai riferimenti successivi è il numero di secondi trascorsi dall'assegnamento più il valore assegnato. Se SECONDS viene eliminato, perde le sue speciali proprietà, perfino se esso viene successivamente rimesso.
LINENO
Ogni volta che questo parametro è referenziato, la shell sostituisce un numero decimale che rappresenta il numero di sequenza della linea corrente (partendo da 1) dentro uno script o funzione. Quando non in uno script o funzione, non è garantito che il valore sostituito sia significativo. Quando in una funzione, il valore non è il numero della linea sorgente su cui appare il comando (quella informazione è andata persa dal momento che la funzione viene eseguita), ma è una approssimazione del numero di comandi semplici eseguiti nella funzione corrente. Se LINENO viene eliminato, perde le sue speciali proprietà, perfino se esso viene successivamente rimesso.
HISTCMD
Il numero di storia, o indice nella lista della storia, del comando corrente. Se HISTCMD viene eliminato, perde le sue speciali proprietà, perfino se esso viene successivamente rimesso.
OPTARG
Il valore dell'ultimo argomento opzione processato dal comando incorporato getopts (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).
OPTIND
L'indice del prossimo argomento che deve essere processato dal comando incorporato getopts (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).
HOSTTYPE
Automaticamente posto a una stringa che univocamente descrive il tipo di macchina su cui bash sta girando. Il default è dipendente dal sistema.
OSTYPE
Automaticamente posto a una stringa che descrive il sistema operativo su cui bash sta girando. Il default è dipendente dal sistema.

Le seguenti variabili sono usate dalla shell. In alcuni casi, bash assegna un valore di default a una variabile; questi casi sono elencati più avanti.

IFS
L' Internal Field Separator (separatore di campo interno) che è usato per la suddivisione in parole dopo l'espansione e per dividere le linee in parole con il comando incorporato read. Il valore di default è ``<space><tab><newline>''.
PATH
Il percorso di ricerca dei comandi. Esso è un elenco di directory, separate da ":", nelle quali la shell cerca i comandi (si veda ESECUZIONE DEI COMANDI più avanti). Il percorso di default è dipendente dal sistema ed è posto dall'amministratore che installa bash. Un valore comune è ``/usr/gnu/bin:/usr/local/bin:/usr/ucb:/bin:/usr/bin:.''.
HOME
La home directory dell'utente corrente; l'argomento di default per il comando incorporato cd .
CDPATH
Il percorso di ricerca per il comando cd. Questo è un elenco di directory, separate da ":", nelle quali la shell cerca la directory di destinazione specificata dal comando cd. Un valore di esempio è ``.:~:/usr''.
ENV
Se questo parametro è posto quando bash sta eseguendo uno script di shell, il suo valore è interpretato come un nome di file che contiene comandi per inizializzare la shell, come in .bashrc. Il valore di ENV è sottoposto ad espansione di parametro, sostituzione di comando, ed espansione aritmetica prima di essere interpretato come un percorso. PATH non è usato per cercare il nome risultante.
MAIL
Se questo parametro è posto a un nome di file e la variabile MAILPATH non è impostata, bash informa l'utente dell'arrivo di posta nel file specificato.
MAILCHECK
Specifica quanto spesso (in secondi) bash controlla la posta. Il default è 60 secondi. Quando è il momento di controllare la posta, la shell lo fa prima di dare il prompt. Se questa variabile non è impostata, la shell disabilita il controllo della posta.
MAILPATH
Una lista di percorsi di nomi, separati da ":" da usare per il controllo della posta. Il messaggio che deve essere stampato può essere specificato separando il percorso dal messaggio con un `?'. $_ sta per il nome del file di posta corrente. Per esempio:

MAILPATH='/usr/spool/mail/bfox?"You have mail":~/shell-mail?"$_ has mail!"'
Bash fornisce un valore di default per questa variabile, ma la locazione dei file di posta degli utenti che è usata è dipendente dal sistema (per esempio, /usr/spool/mail/$USER).
MAIL_WARNING
Se è impostata, e viene fatto accesso al file che bash controlla per la posta, dopo l'ultima volta che è stato controllato, viene stampato il messaggio ``The mail in mailfile has been read''.
PS1
Il valore di questo parametro è espanso (si veda PROMPTING più avanti) e usato come stringa del prompt primario. Il valore di default è ``bash\$ ''.
PS2
Il valore di questo parametro è espanso e usato come stringa del prompt secondario. Il default è ``> ''.
PS3
Il valore di questo parametro è usato come prompt per il comando select (si veda GRAMMATICA DELLA SHELL sopra).
PS4
Il valore di questo parametro è espanso ed il valore è stampato prima di ogni comando che bash mostra durante un trace di esecuzione. Il primo carattere di PS4 è replicato tante volte, quanto necessario, per indicare livelli multipli di indirezione. Il default è ``+ ''.
HISTSIZE
Il numero di comandi da ricordare nella storia dei comandi (si veda STORIA più avanti). Il valore di default è 500.
HISTFILE
Il nome del file nel quale è salvata la storia dei comandi (si veda STORIA più avanti). Il valore di default è ~/.bash_history. Se non posto, la storia dei comandi non è salvata quando una shell interattiva termina.
HISTFILESIZE
Il numero massimo di linee contenute nel file di storia. Quando a questa variabile è assegnato un valore, il file di storia è accorciato, se necessario, per contenere non più di quel numero di linee. Il valore di default è 500.
OPTERR
Se posto al valore 1, bash mostra i messaggi di errore generati dal comando incorporato getopts (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). OPTERR è inizializzato ad 1 ogni volta che è chiamata la shell o è eseguito uno script di shell.
PROMPT_COMMAND
Se posto, il valore è eseguito come un comando prima di emettere ogni prompt primario.
IGNOREEOF
Controlla l'azione della shell al ricevimento di un carattere EOF come unico input. Se posto, il valore è il numero di caratteri EOF consecutivi digitati come primi caratteri su una linea di input prima che bash esca. Se la variabile esiste ma non ha un valore numerico, o non ha alcun valore, il valore di default è 10. Se essa non esiste, EOF significa la fine dell'input per la shell. Questo è valido solo per le shell interattive.
TMOUT
Se posto a un valore più grande di zero, il valore è interpretato come il numero di secondi da aspettare per l'input dopo l'emissione del prompt primario. Se non arriva l'input Bash termina dopo aver aspettato per quel numero di secondi.
FCEDIT
L'editor di default per il comando incorporato fc.
FIGNORE
Una lista di suffissi, separati da ":", da ignorare quando si effettua il completamento del nome di file (si veda READLINE più avanti). Un nome di file il cui suffisso combacia con uno di quelli presenti in FIGNORE è escluso dalla lista dei nomi di file che combaciano. Un valore di esempio è ``.o:~''.
INPUTRC
Il nome di file, per il file di avvio di readline che scavalca il default ~/.inputrc (si veda READLINE più avanti).
notify
Se posto, bash informa immediatamente dei job in background terminati, piuttosto che aspettare fino a prima di stampare il successivo prompt primario (si veda anche l'opzione -b del comando incorporato set ).
history_control
HISTCONTROL
Se posto al valore ignorespace, le linee che iniziano con un carattere space non sono inserite nella lista della storia. Se posto al valore ignoredups, le linee che coincidono con l'ultima linea della storia non sono inserite. Il valore ignoreboth combina le due opzioni. Se non posto, o se posto a qualsiasi altro valore che quelli sopra, tutte le linee lette dall'analizzatore sono salvate nella lista della storia.
command_oriented_history
Se posta, bash tenta di salvare tutte le linee di un comando su più linee nella stessa posizione della storia. Questo permette un facile re-editing dei comandi su più linee.
glob_dot_filenames
Se posto, bash include i nomi di file che iniziano con un `.' nel risultato della espansione di percorso.
allow_null_glob_expansion
Se posto, bash permette ai pattern di percorso che non combaciano con alcun file (si veda Espansione dei percorsi più avanti) di espandersi in una stringa nulla, piuttosto che in loro stessi.
histchars
I due o tre caratteri che controllano l'espansione della storia e la tokenizzazione (si veda ESPANSIONE DELLA STORIA più avanti). Il primo carattere è il carattere di espansione storia, cioè, il carattere che segnala l'inizio di una espansione della storia, normalmente `!'. Il secondo carattere è il carattere di sostituzione rapida, che è usato come scorciatoia per rieseguire il comando precedentemente inserito, sostituendo una stringa con un'altra nel comando. Il default è `^'. Il terzo carattere opzionale è il carattere che indica che il resto della linea è un commento, quando trovato come primo carattere di una parola, normalmente `#'. Il carattere di commento della storia fa sì che la sostituzione della storia venga saltata per le rimanenti parole sulla linea. Esso non provoca necessariamente che l'analizzatore della shell tratti il resto della linea come un commento.
nolinks
Se posto, la shell non segue i link simbolici quando esegue dei comandi che cambiano la directory di lavoro corrente. Essa usa invece la struttura fisica della directory. Per default, bash segue la catena logica delle directory quando effettua comandi che cambiano la directory corrente, come cd. Si veda anche la descrizione della opzione -P del comando incorporato set ( COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).
hostname_completion_file
HOSTFILE
Contiene il nome di un file nello stesso formato di /etc/hosts che dovrà essere letto quando la shell ha bisogno di completare un nome di host. Il file può essere cambiato interattivamente; la prossima volta che è tentato il completamento del nome di host, bash aggiunge il contenuto del nuovo file al database già esistente.
noclobber
Se posto, bash non sovrascrive un file esistente con gli operatori di ridirezione >, >&, e <>. Questa variabile può essere ignorata quando si creano file di output usando l'operatore di ridirezione >| invece di > (si veda anche l'opzione -C del comando incorporato set ).
auto_resume
Questa variabile controlla il modo con cui la shell interagisce con l'utente ed il job control. Se questa variabile è posta, i comandi semplici di una singola parola senza ridirezioni sono trattati come candidati per la ripresa di un esistente job fermato. Non è permessa alcuna ambiguità; se vi è più di un job che comincia con la stringa digitata, è selezionato il job acceduto più recentemente. Il nome di un job fermo, in questo contesto, è la linea di comando usata per avviarlo. Se posto al valore exact, la stringa fornita deve combaciare esattamente con il nome di un job fermo; se posto a substring, la stringa fornita deve combaciare con una sottostringa del nome di un job fermo. il valore substring fornisce funzionalità analoghe all'id di job %? (si veda JOB CONTROL più avanti). Se posto a qulsiasi altro valore, la stringa fornita deve essere un prefiso del nome di un job fermo; questo da funzionalità analoghe all'id di job %.
no_exit_on_failed_exec
Se questa variabile esiste, una shell non interattiva non terminerà se non può eseguire il file specificato nel comando incorporato exec. Una shell interattiva non termina se exec fallisce.
cdable_vars
Se questa è posta, un argomento per il comando incorporato cd che non è una directory è assunto essere il nome di una variabile il cui valore è la directory su cui andare.

ESPANSIONE

L'espansione è effettuata sulla linea di comando dopo che essa è stata divisa in parole. Vi sono sette tipi di espansione effettuati: espansione delle parentesi graffe, espansione della tilde, espansione di parametro e variabile, sostituzione di comando, espansione aritmetica, suddivisione in parole, ed espansione di percorsi.

L'ordine di espansione è: espansione delle parentesi graffe, espansione della tilde, sostituzione di parametro, variabile, comando e aritmetica (fatta da sinistra a destra), suddivisione in parole ed espansione di percorso.

Sui sistemi che possono supportarla, è disponibile una espansione aggiuntiva: la sostituzione di processo.

Solo l'espansione delle parentesi graffe, la suddivisione in parole, e l'espansione di percorso possono cambiare il numero di parole della espansione; le altre espansioni espandono una singola parola in una singola parola. La sola eccezione a questo è l'espansione di ``$@'' come spiegato sopra (si veda PARAMETRI).

Espansione delle parentesi graffe

L' espansione delle parentesi graffe è un meccanismo con il quale possono essere generate stringhe arbitrarie. Questo meccanismo è simile alla espansione di percorso, ma non è necessario che i nomi di file generati esistano. I pattern che devono subire l'espansione delle parentesi graffe hanno la forma di un preambolo opzionale, seguito da una serie di stringhe, separate da virgola, tra una coppia di parentesi graffe, seguite da un postambolo opzionale. Il preambolo è preposto a ogni stringa contenuta dentro le parentesi graffe, e il postambolo è poi appeso ad ogni stringa risultante, espandendo da sinistra a destra.

Le espansioni delle parentesi graffe possono essere nidificate. Il risultato di ogni stringa espansa non viene ordinato; è conservato l'ordine da sinistra a destra. Per esempio, a{d,c,b}e si espande in `ade ace abè.

L'espansione delle parentesi graffe è effettuata prima di qualsiasi altra espansione, e qualunque carattere speciale per le altre espansioni viene conservato nel risultato. Essa è strettamente testuale. Bash non applica alcuna interpretazione sintattica al contesto della espansione o al testo tra le parentesi graffe.

Una espansione delle parentesi graffe correttamente formata deve contenere parentesi graffe aperte e chiuse, non quotate, e almeno una virgola non quotata. Qualunque espansione delle parentesi graffe erroneamente formata è lasciata inalterata.

Questo costrutto è tipicamente usato come abbreviazione quando il prefisso comune delle stringhe da generare è più lungo che negli esempi sopra:


mkdir /usr/local/src/bash/{old,new,dist,bugs}
o
chown root /usr/{ucb/{ex,edit},lib/{ex?.?*,how_ex}}

L'espansione delle parentesi graffe introduce una leggera incompatibilità con le versioni tradizionali della Bourne shell sh. sh non tratta le parentesi graffe aperte e chiuse, specialmente quando esse appaiono come parte di una parola, e le conserva in uscita. Bash rimuove le parentesi graffe dalle parole come consequenza della espansione. Per esempio, una parola data a sh come file{1,2} appare identica nell'output. La stessa parola è data in output come file1 file2 dopo l'espansione operata da bash. Se si desidera, una stretta compatibilità con sh si avvia bash con il flag -nobraceexpansion (si veda OPZIONI sopra) o si disabilita l'espansione delle parentesi graffe con l'opzione +o braceexpand del comando set (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

Espansione della tilde

Se una parola comincia con un carattere tilde (`~'), tutti i caratteri che precedono il primo slash (o tutti caratteri, se non vi è alcuno slash) sono trattati come un possible nome di login. Se questo nome di login è la stringa nulla, la tilde è sostituita con il valore del parametro HOME. Se HOME non è posto, è invece sostituita la home directory dell'utente che sta eseguendo la shell.

Se un `+' segue la tilde, il valore di PWD sostituisce la tilde e `+'. Se segue un `-', è sostituito il valore di OLDPWD. Se il valore che segue la tilde è un nome di login valido, la tilde e il nome di login sono rimpiazzati con la home directory associata con quel nome. Se il nome non è valido, o la espansione della tilde fallisce, la parola non viene cambiata.

Ogni assegnamento di variabile è controllato per istanze non quotate di tilde seguenti un : o =. Anche in questi casi viene effettuata la sostituzione della tilde. Di conseguenza, si possono usare dei percorsi con delle tilde negli assegnamenti a PATH, MAILPATH, e CDPATH, e la shell assegna il valore espanso.

Espansione di parametro

Il carattere `$' introduce l'espansione di parametro, la sostituzione di comando, o l'espansione aritmetica. Il nome o simbolo del parametro che deve essere espanso può essere racchiuso tra parentesi graffe, che sono opzionali ma servono a proteggere la variabile che deve essere espansa, dai caratteri immediatamente seguenti, che potrebbero essere interpretati come parte del nome.

${parametro}
È sostituito con il valore di parametro. Le parentesi graffe sono richieste quando parametro è un parametro posizionale con più di una cifra, o quando parametro è seguito da un carattere che non deve essere interpretato come parte del suo nome.

In ognuno dei casi più avanti, parola è soggetta alla espansione della tilde, espansione di parametro, sostituzione di comando ed espansione aritmetica. Bash controlla se un parametro non è posto o è nullo; l'omissione dei "due punti" provoca il solo controllo di parametro non posto.

${parametro:-parola}
Usa i valori di default. Se parametro non è posto o è nullo, è sostituito con l'espansione di parola. Altrimenti, è sostituito con il valore di parametro.
${parametro:=parola}
Assegna i valori di default. Se parametro non è posto o è nullo, l'espansione di parola è assegnata a parametro. Il valore di parametro è quindi sostituito. I parametri posizionali e parametri speciali non possono essere assegnati in questo modo.
${parametro:?parola}
Mostra un errore se nullo o non posto. Se parametro è nullo o non posto, l'espansione di parola (o un messaggio dello stesso effetto, se parola non è presente) viene scritta sullo standard error e la shell, se non è interattiva, termina. Altrimenti, è sostituito il valore di parametro.
${parametro:+parola}
Usa un valore alternativo. Se parametro è nullo o non posto, non è sostituito niente, altrimenti è sostituita l'espansione di parola.
${#parametro}
È sostituita la lunghezza in caratteri del valore di parametro. Se parametro è * o @, la lunghezza sostituita è la lunghezza di * espanso tra virgolette.
${parametro#parola}
${parametro##parola}
La parola è espansa per produrre un pattern proprio come nella espansione di percorso. Se il pattern combacia con l'inizio del valore di parametro, allora l'espansione è il valore di parametro con il più corto dei pattern combacianti cancellato (nel caso di ``#'' ) o il più lungo dei pattern combacianti cancellato (nel caso di ``##'' ).
${parametro%parola}
${parametro%%parola}
La parola è espansa per produrre un pattern proprio come nella espansione di percorso. Se il pattern combacia con una parte finale del valore di parametro, allora l'espansione è il valore di parametro con il più corto dei pattern combacianti cancellato (nel caso di ``%'' ) o il più lungo dei pattern combacianti cancellato (nel caso di ``%%'' ).

Sostituzione di comando

La sostituzione comando permette che l'output di un comando rimpiazzi il nome del comando. Vi sono due forme:


$(comando)
o
`comando`

Bash effettua l'espansione eseguendo il comando e rimpiazzando la sostituzione di comando con lo standard output del comando, con ogni newline finale cancellato.

Quando è usata la forma di sostituzione in vecchio stile, con le backquote, il backslash conserva il suo significato letterale tranne quando seguito da $, `, o \. Quando si usa la forma $(comando), tutti i caratteri tra le parentesi formano il comando; nessuno è trattato in modo speciale.

La sostituzione di comando può essere nidificata. Per nidificare quando si usa la vecchia forma, bisogna far precedere le backquote più interne con un carattere backslash di escape.

Se la sostituzione appare tra virgolette, la suddivisione in parole e l'espansione di percorso non sono effettuate sui risultati.

Espansione aritmetica

L'espansione artimetica permette la valutazione di una espressione aritmetica e la sostituzione del risultato. Vi sono due formati per l' espansione aritmetica:


$[espressione]
$((espressione))

L' espressione è trattata come se fosse tra virgolette, ma le virgolette dentro le parentesi graffe o tonde non sono trattate in modo speciale. Tutti i token nella espressione subiscono l'espansione di parametro, la sostituzione comando e la rimozione dei caratteri di quotatura. Le sostituzioni aritmetiche possono essere nidificate.

Il calcolo è effettuato in accordo con le regole elencate più avanti sotto CALCOLOARITMETICO. Se espressione non è valida, bash stampa un messaggio che indica il fallimento e non avviene alcuna sostituzione.

Sostituzione di processo

La sostituzione di processo è supportata sui sistemi che supportano le pipe con nome (FIFO) o il metodo /dev/fd per nominare i file aperti. Essa prende la forma di <(lista) o >(lista). La lista di processi è eseguita con il suo input o output connesso ad un FIFO o un file in /dev/fd. Il nome di questo file è passato come un argomento al comando corrente come risultato della espansione. Se è usata la forma >(lista), la scrittura sul file fornirà input per la lista. Se è usata la forma <(lista), il file passato come argomento dovrà essere letto per ottenere l'output di lista.

Su sistemi che la supportano, la sostituzione di processo è effettuata simultaneamente alla espansione di parametro e variabile , sostituzione di comando, ed espansione aritmetica.

Suddivisione in parole

La shell scandisce il risultato dell'espansione di parametro, sostituzione di comando ed espansione aritmetica, che non si trovano tra virgolette, per effettuare la suddivisione in parole.

La shell tratta ogni carattere di IFS come un delimitatore, e spezza in parole, in coincidenza di questi caratteri, i risultati delle altre espansioni. Se il valore di IFS è esattamente <space><tab><newline>, il default, allora qualsiasi sequenza di caratteri IFS serve per delimitare le parole. Se IFS ha un valure diverso dal default, allora sequenze di caratteri di spaziatura space e tab sono ignorati all'inizio e fine di parola, fin tanto che il carattere di spaziatura è nel valore di IFS (un carattere di spaziatura IFS ). Qualunque carattere in IFS che non è un carattere di spaziatura IFS, insieme con qualsiasi carattere di spaziatura IFS adiacente, delimita un campo. Una sequenza di caratteri di spaziatura IFS è anche trattata come un delimitatore. Se il valore di IFS è nullo, non avviene alcuna suddivisione in parole. IFS non può essere non posto.

Argomenti esplicitamente nulli ("" o '') sono conservati. Argomenti implicitamente nulli, risultanti dalla espansione di parametri che non hanno alcun valore, sono rimossi.

È da notare che se non avviene alcuna espansione, nessuna suddivisione è effettuata.

Espansione di percorso

Dopo la suddivisione in parole, a meno che sia stata posta l'opzione -f, bash scandisce ogni parola alla ricerca dei caratteri *, ?, e [. Se uno di questi caratteri compare, allora la parola è considerata come un pattern, e sostituita con una lista, ordinata alfabeticamente, di percorsi che combaciano con il pattern. Se nessun percorso che combacia viene trovato, e la variabile di shell allow_null_glob_expansion non è posta, la parola è lasciata inalterata. Se la variabile è posta, e nessuna coincidenza è trovata, la parola è rimossa. Quando un pattern è usato per la generazione di percorsi, il carattere ``.'' all'inizio di un nome o immediatamente seguente uno slash deve combaciare esplicitamente, a meno che la variabile di shell glob_dot_filenames sia posta. Il carattere slash deve sempre combaciare esplicitamente. Negli altri casi, il carattere ``.'' non è trattato in modo speciale.

I caratteri speciali dei pattern hanno i seguenti significati:

*
Combacia con qualsiasi stringa, inclusa la stringa nulla.
?
Combacia con qualsiasi carattere singolo.
[...]
Combacia con uno qualsiasi dei caratteri racchiusi. Una coppia di caratteri separati da un segno meno denota un range (intervallo); è combaciante qualunque carattere lessicalmente tra questi due caratteri, inclusi. Se il primo carattere che segue il [ è un ! o un ^ allora qualunque carattere non racchiuso è combaciante. Un - o ] può essere confrontato includendolo come primo o ultimo carattere dell'insieme.

Rimozione dei caratteri di quotatura

Dopo le precedenti espansioni, tutte le occorrenze non quotate dei caratteri \, `, e " sono rimosse.

RIDIREZIONE

Prima che un comando sia eseguito, i suoi input e output possono essere ridiretti usando una speciale notazione interpretata dalla shell. La ridirezione può anche essere usata per aprire e chiudere file per l'ambiente di esecuzione della shell corrente. I seguenti operatori di ridirezione possono precedere o apparire ovunque dentro un comando semplice o possono seguire un comando. Le ridirezioni sono processate nell'ordine in cui compaiono, da sinistra a destra.

Nelle seguenti descrizioni, se il numero di descrittore di file è omesso, e il primo carattere dell'operatore di ridirezione è <, la ridirezione si riferisce allo standard input (descrittore di file 0). Se il primo carattere dell'operatore di ridirezione è >, la ridirezione si riferisce allo standard output (descrittore di file 1).

La parola che segue l'operatore di ridirezione nelle seguenti descrizioni è sottoposta alla espansione delle parentesi graffe, espansione della tilde, espansione di parametro, sostituzione di comando, espansione aritmetica, rimozione dei caratteri di quotatura ed espansione dei percorsi. Se si espande a più di una parola, bash riporta un errore.

È da notare che l'ordine delle ridirezioni è significativo. Per esempio, il comando


ls > dirlist 2>&1

dirige sia lo standard output che lo standard error sul file dirlist, mentre il comando


ls 2>&1 > dirlist

dirige solo lo standard output sul file dirlist, poiché lo standard error è stato duplicato come standard output prima che lo standard output fosse ridiretto su dirlist.

Ridirezione dell'input

La ridirezione dell'input fa sì che il file il cui nome risulta dalla espansione di parola venga aperto in lettura sul descrittore di file n, o lo standard input (descrittore di file 0) se n non è specificato.

Il formato generico per ridirigere l'input è:


[n]<parola

Ridirezione dell'output

La ridirezione dell'output fa sì che il file il cui nome risulta dalla espansione di parola venga aperto in scrittura sul descrittore di file n, o lo standard output (descrittore di file 1) se n non è specificato. Se il file non esiste è creato; se esiste è troncato alla grandezza zero.

Il formato generico per ridirigere l'output è:


[n]>parola

Se l'operatore di ridirezione è >|, allora il valore dell'opzione -C del comando incorporato set non è controllata, ed è tentata la creazione del file (vedi anche la descrizione di noclobber sotto Variabili di shell sopra).

Aggiungere in coda l'output ridiretto

La ridirezione dell'output in questo modo fa sì che il file il cui nome risulta dalla espansione di parola venga aperto per aggiungere in coda (append) sul descrittore di file n, o lo standard output (descrittore di file 1) se n non è specificato. Se il file non esiste viene creato.

Il formato generico per aggiungere in coda l'output è:


[n]>>parola

Ridirezione di standard output e standard error

Bash permette, con questo costrutto, che sia lo standard output (descrittore di file 1) che lo standard error (descrittore di file 2) siano ridiretti sul file il cui nome risulta dall'espansione di parola.

Vi sono due formati per ridirigere lo standard output e lo standard error:


&>parola
e
>&parola

Delle due forme, la prima è preferita. Questo è semanticamente equivalente a


>parola 2>&1

Testo in linea

Questo tipo di ridirezione istruisce la shell a leggere l'input dal file sorgente corrente, finché non venga vista una linea contenente solo parola (con nessun carattere bianco di seguito). Tutte le linee lette fino a quel punto sono quindi usate come standard input per un comando.

Il formato del testo in linea è come segue:


 <<[-]parola
         testo-in-linea
 delimitatore
 

Nessuna espansione di parametro, sostituzione di comando, espansione di percorso o espansione aritmetica è effettuata su parola. Se qualche carattere in parola è quotato, il delimitatore è il risultato della rimozione dei caratteri di quotatura su parola, e le linee nel testo-in-linea non sono espanse. Altrimenti, tutte le linee del testo-in-linea sono soggette a espansione di parametro, sostituzione di comando ed espansione aritmetica. Nell'ultimo caso, la coppia \<newline> è ignorata, e \ deve essere usata per quotare i caratteri \, $, e `.

Se l'operatore di ridirezione è <<-, allora tutti i caratteri tab iniziali sono eliminati dalle linee in input e dalla linea che contiene delimitatore. Questo permette che un testo-in-linea dentro uno script di shell possa essere indentato in un modo naturale.

Duplicazione dei descrittori di file

L'operatore di ridirezione


[n]<&parola

è usata per duplicare descrittori di file di input. Se parola si espande in una o più cifre, il descrittore di file indicato da n è fatto diventare una copia di quel descrittore di file. Se parola vale -, il descrittore di file n viene chiuso. Se n non è specificato, è usato lo standard input (descrittore di file 0).

L'operatore


[n]>&parola

è usato similarmente per duplicare i descrittori di file di output. Se n non è specificato, è usato lo standard output (descrittore di file 1). Come caso speciale, se n è omesso, e parola non si espande a una o più cifre, lo standard output e lo standard error sono ridiretti come descritto in precedenza.

Apertura di descrittori di file per lettura e scrittura

L'operatore di ridirezione


[n]<>parola

fa sì che il file il cui nome è l'espansione di parola venga aperto sia per lettura che scrittura sul descrittore di file n, o come standard input e standard output se n non è specificato. Se il file non esiste, è creato.

FUNZIONI

Una funzione di shell, definita come descritto prima sotto GRAMMATICADELLASHELL, immagazzina una serie di comandi per una futura esecuzione. Le funzioni sono eseguite nel contesto della shell corrente; nessun nuovo processo è creato per interpretarle (in contrasto, questo, con l'esecuzione di uno script di shell). Quando una funzione è eseguita, gli argomenti della funzione diventano i parametri posizionali durante la sua esecuzione. Il parametro speciale # viene aggiornato per riflettere il cambiamento. Il parametro posizionale 0 rimane inalterato.

Variabili locali alla funzione possono essere dichiarate con il comando incorporato local. Usualmente, le variabili e i loro valori sono condivisi tra la funzione e il suo chiamante.

Se il comando incorporato return è eseguito in una funzione, la funzione termina e l'esecuzione riprende con il successivo comando dopo la chiamata di funzione. Quando una funzione termina, i valori dei parametri posizionali e il parametro speciale # sono ripristinati ai valori che essi avevano prima della esecuzione della funzione.

I nomi delle funzioni possono essere elencati con l'opzione -f dei comandi incorporati declare o typeset. Le funzioni possono essere esportate, in modo che le subshells automaticamente le abbiano definite, con l'opzione -f del comado incorporato export.

Le funzioni possono essere ricorsive. Nessun limite è posto sul numero di chiamate ricorsive.

ALIAS

La shell mantiene una lista di alias che possono essere posti e rimossi con i comandi incorporati alias e unalias (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). La prima parola di ogni comando, se non quotata, viene controllata per vedere se essa ha un alias. Se così, quella parola è sostituita dal testo dell'alias. Il nome dell'alias e il testo da sostituire possono contenere qualunque dato valido per la shell, inclusi i metacaratteri elencati sopra, con l'eccezione che il nome dell'alias non può contenere =. La prima parola del testo da sostituire è controllata per vedere se contiene alias, ma una parola che è identica ad un alias che si sta espandendo non viene espansa una seconda volta. Questo significa che si può soprannominare ls con ls -F, per esempio, e bash non prova ad espandere ricorsivamente il testo da sostituire. Se l'ultimo carattere del valore di un alias è un blank, allora la successiva parola di comando che segue l'alias è anche controllata per l'espansione di alias.

Gli alias sono creati ed elencati con il comando alias e rimossi con il comando unalias.

Non vi è alcun meccanismo per usare argomenti nel testo da sostituire, come in csh. Se sono necessari degli argomenti, si dovrà usare una funzione di shell.

Gli alias non sono espansi quando la shell non è interattiva.

Le regole che riguardano la definizione e l'uso degli alias lasciano abbastanza perplessi. La bash legge sempre almeno una linea completa di input prima di eseguire uno dei comandi su quella linea. Gli alias sono espansi quando un comando è letto, non quando è eseguito. Perciò, una definizione di alias che appare sulla stessa linea di un altro comando non ha effetto fino a che non è letta la successiva linea di input. Questo questo significa che i comandi che seguono la definizione di un alias sulla stessa linea non sono influenzati dal nuovo alias. Questo comportamento è un problema anche quando sono eseguite funzioni. Gli alias sono espansi quando viene letta la definizione di funzione, non quando la funzione è eseguita, poiché una definizione di funzione è essa stessa un comando composto. Come conseguenza, gli alias definiti in una funzione sono disponibili solo dopo che la funzione è eseguita. Per essere sicuri, conviene sempre porre le definizioni di alias su una linea separata, e non usare alias in comandi composti.

È da notare che per quasi ogni scopo, gli alias sono soppiantati dalle funzioni di shell.

JOB CONTROL

indica la capacità di fermare (sospendere) selettivamente l'esecuzione di processi e continuare (riprendere) la loro esecuzione più tardi. Tipicamente, un utente impiega questo servizio attraverso una interfaccia interattiva fornita unitamente dal driver del terminale del sistema e dalla bash.

La shell associa un job a ogni pipeline. Essa mantiene una tabella dei job correntemente in esecuzione, che può essere mostrata con il comando jobs. Quando bash avvia un job in modo asincrono (in background), essa stampa una linea di questo tipo:


[1] 25647

che indica che questo job è il job numero 1 e che l'ID di processo dell'ultimo processo nella pipeline associata a questo job è 25647. Tutti i processi in una singola pipeline sono membri dello stesso job. Bash usa l'astrazione job come la base per il job control.

Per facilitare l'implementazione dell'interfaccia utente per il job control, il sistema mantiene la nozione di ID del gruppo di processi del terminale corrente. I membri di questo gruppo di processi (processi il cui ID di gruppo di processi è uguale all'ID di gruppo di processi del terminale corrente) ricevono i segnali generati da tastiera, come SIGINT. Si dice che questi processi sono in foreground (primo piano). I processi in background (sullo sfondo) sono quelli il cui ID di gruppo di processi differisce da quello del terminale; tali processi sono immuni ai segnali generati da tastiera. Solo ai processi in foreground è permesso di leggere o scrivere sul terminale. Ai processi in background che tentano di leggere (scrivere) sul terminale è inviato un segnale SIGTTIN (SIGTTOU) dal driver del terminale, che, se non intercettato, sospende il processo.

Bash permette di usare il job control, se questo è supportato dal sistema operativo su cui bash sta girando. Digitare il carattere di sospensione (tipicamente ^Z, Control-Z) mentre un processo sta girando, provoca lo stop di quel processo e il ritorno del controllo di bash all'utente. Digitare il carattere di sospensione ritardata (tipicamente ^Y, Control-Y) provoca lo stop del processo quando questo tenta di leggere input dal terminale, e il ritorno del controllo di bash. Si può poi maneggiare lo stato di questo job, usando il comando bg per continuarlo in background, il comando fg per continuarlo in foreground, o il comando kill per ucciderlo. Un ^Z ha effetto immediatamente, ed ha l'effetto collaterale di causare la perdita dell'output in sospeso.

Vi sono numerosi modi per riferirsi a un job nella shell. Il carattere % introduce un nome di job. Un job con numero n può essere indicato come %n. Un job può anche essere indicato usando un prefisso del nome usato per avviarlo, o usando una sottostringa che appare nella sua linea di comando. Per esempio, %ce si riferisce a un job ce fermato. Se un prefisso combacia con più di un job, bash riporta un errore. Usare %?ce, d'altra parte, indica qualsiasi job che contiene la stringa ce nella sua linea di comando. Se la sottostringa combacia con più di un job, bash rirorta un errore. I simboli %% e %+ si riferiscono alla nozione della shell del job corrente, che è l'ultimo job fermato mentre era in foreground. Il job precedente può essere indicato usando %-. Nell'output che riguarda i job (per esempio, l'output del comando jobs), il job corrente è sempre segnalato con un +, ed il job precedente con un -.

Il semplice nominare un job può essere usato per riportarlo in foreground: %1 è un sinonimo per ``fg %1'', che porta il job 1 da background in foreground. Nello stesso modo, ``%1 &'' riprende il job 1 in background, equivalente a ``bg %1''.

La shell apprende immediatamente ogni volta che un job cambia stato. Normalmente, bash aspetta finché non sta per stampare un prompt prima di informare dei cambiamenti nello stato di un job in modo tale da non interrompere qualunque altro output. Se l'opzione -b del comando incorporato set è posta, bash riporta tali cambiamenti immediatamente (si veda anche la descrizione della variabile notify sotto Variabili di shell sopra).

Se si tenta di uscire da bash mentre vi sono dei job fermi, la shell stampa un messaggio di avvertimento. Si può quindi usare il comando jobs per ispezionare il loro stato. Se si fa così, o si prova ad uscire di nuovo immediatamente, non si è più avvisati e i job fermi vengono terminati.

SEGNALI

Quando bash è interattiva, ignora SIGTERM (così che kill 0 non uccide una shell interattiva), e SIGINT viene intercettato e gestito (così che il comando incorporato wait è interrompibile). In tutti i casi, bash ignora SIGQUIT. Se è in uso il job control, bash ignora SIGTTIN, SIGTTOU, e SIGTSTP.

I job sincroni avviati da bash hanno i segnali impostati sui valori che la shell ha ereditato dal suo genitore. Quando il job control non è in uso, i job in background (i job avviati con &) ignorano SIGINT e SIGQUIT. I comandi eseguiti come risultato di una sostituzione di comando ignorano i segnali di controllo dei job generati da tastiera SIGTTIN, SIGTTOU, e SIGTSTP.

ESECUZIONE DI UN COMANDO

Dopo che un comando è stato suddiviso in parole, se esso ha la forma di un comando semplice e con una lista opzionale di argomenti, sono eseguite le seguenti azioni.

Se il nome del comando non contiene alcuno slash (barra), la shell tenta di localizzarlo. Se esiste una funzione di shell con quel nome, viene chiamata quella funzione, come descritto prima in FUNZIONI. Se il nome non combacia con una funzione, la shell lo cerca nella lista dei comandi incorporati della shell. Se ne viene trovato uno combaciante, quel comando incorporato viene eseguito.

Se il nome non è ne una funzione di shell ne un comando incorporato, e non contiene alcuno slash, bash cerca tra gli elementi della variabile PATH una directory che contenga un file eseguibile con quel nome. Se la ricerca non ha successo, la shell stampa un messaggio di errore e ritorna uno stato di uscita diverso da zero.

Se la ricerca ha successo, o se il nome del comando contiene uno o più slash, la shell esegue il programma indicato. L'argomento 0 è posto al nome dato, e i rimanenti argomenti del comando sono posti agli argomenti dati, se ve ne sono.

Se questa operazione fallisce perché il file non è in formato eseguibile e il file non è una directory, esso è assunto essere uno script di shell, cioè, un file che contiene comandi di shell. Una subshell viene attivata per eseguirlo. Questa subshell reinizializza se stessa, così che l'effetto è lo stesso come se fosse stata lanciata una nuova shell per gestire lo script, con la differenza che le locazioni dei comandi ricordati dal genitore (si veda hash più avanti sotto COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL) sono conservate dal figlio.

Se il programma è un file che inizia con #!, il resto della prima linea specifica un interprete per il programma. La shell esegue l'interprete specificato sui sistemi operativi che non gestiscono questo formato eseguibile da loro stessi. Gli argomenti per l'interprete consistono di un singolo argomento opzionale che segue il nome dell'interprete sulla prima linea del programma, seguito dal nome del programma, seguito dagli argomenti del comando, se ve ne sono.

AMBIENTE

Quando viene lanciato un programma gli viene dato un vettore di stringhe chiamato ambiente. Questa è una lista di coppie nome-valore, della forma nome=valore.

La shell permette di manipolare l'ambiente in molti modi. Alla chiamata, la shell esamina il suo ambiente e crea un parametro per ogni nome trovato, marcandolo automaticamente per essere esportato ai processi figli. I comandi eseguiti ereditano l'ambiente. I comandi export e declare -x permettono di aggiungere o togliere dall'ambiente parametri e funzioni. Se il valore di un parametro nell'ambiente viene modificato, il nuovo valore diventa parte dell'ambiente, sostituendo il valore vecchio. L'ambiente ereditato da qualsiasi comando eseguito consiste dell'ambiente iniziale della shell, i cui valori possono essere modificati nella shell, meno ogni coppia rimossa dal comando unset, più ognuna aggiunta attraverso i comandi export e declare -x .

L'ambiente per qualsiasi comando semplice o funzione può essere aumentato temporaneamente prefissandolo con degli assegnamenti di parametro, come descritto prima in PARAMETRI. Queste istruzioni di assegnamento influenzano solo l'ambiente visto da quel comando.

Se è posto il flag -k (si veda il comando incorporato set più avanti), allora tutti gli assegnamenti di parametro sono posti nell'ambiente per un comando, non solo quelli che precedono il nome del comando.

Quando bash chiama un comando esterno, la variabile _ viene posta al nome del comando, completo di percorso, e passato nell'ambiente di quel comando.

STATO DI USCITA

Per gli scopi della shell, un comando che esce con uno stato di uscita zero ha avuto successo. Uno stato di uscita pari a zero indica successo. Uno stato di uscita diverso da zero indica fallimento. Quando un comando termina su un segnale fatale, bash usa il valore di 128+segnale come stato di uscita.

Se un comando non è trovato, il processo figlio creato per eseguirlo ritorna uno stato pari a 127. Se un comando è trovato ma non è eseguibile lo stato di ritorno è 126.

Bash stessa ritorna lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito, a meno che non avvenga un errore di sintasi, nel qual caso essa esce con un valore diverso da zero. Si veda anche il comando incorporato exit più avanti.

MESSAGGI DI PROMPT

Quando eseguita interattivamente, bash mostra il prompt primario PS1 quando è pronta per leggere un comando, e il prompt secondario PS2 quando necessita di altro input per completare un comando. Bash permette di personalizzare queste stringhe di prompt inserendo un certo numero di caratteri speciali preceduti da backslash che sono decodificati come segue:
\t
l'ora corrente nel formato HH:MM:SS
\d
la data nel formato "Nome-giorno Mese Numero-giorno" (per esempio, "Tue May 26")
\n
nuova linea
\s
il nome della shell, il "basename" di $0 (la parte che segue l'ultimo slash)
\w
la directory di lavoro corrente
\W
il basename della directory di lavoro corrente
\u
lo username dell'utente corrente
\h
il nome dell host
\#
il numero di comando del comando
\!
il numero di storia del comando
\$
se l'UID effettivo è 0, un #, altrimenti un $
\nnn
il carattere corrispondente al numero ottale nnn
\\
un backslash
\[
inizia una sequenza di caratteri non stampabili, che può essere usata per inglobare una sequenza di controllo di terminale nel prompt
\]
termina una sequenza di caratteri non stampabili

Il numero del comando e numero della storia sono generalmente differenti: il numero della storia di un comando è la sua posizione nella lista della storia, che può includere comandi recuperati dal file di storia (si veda STORIA più avanti), mentre il numero del comando è la posizione nella sequenza di comandi eseguiti durante la corrente sessione di shell. Dopo che la stringa è decodificata, essa è espansa attraverso l'espansione di parametro, la sostituzione di comando, l'espansione aritmetica e la suddivisione in parole.

READLINE

Questa è la libreria che gestisce la lettura dell'input quando si usa una shell interattiva, a meno che non sia data l'opzione -nolineediting. Per default, i comandi per l'editor di linea sono simili a quelli di emacs. È anche disponibile interfaccia per editor di linea in stile vi.

In questa sezione, è usata la notazione in stile emacs per indicare i tasti digitati. I tasti di controllo sono indicati da C-tasto, per esempio, C-n significa Control-N. In modo simile, i meta tasti sono indicati da M-tasto, cosi M-x significa Meta-X. Sulle tastiere senza un tasto meta, M-x significa ESC x, cioè, si preme il tasto Escape e poi il tasto x. Questo rende ESC il meta prefisso. La combinazione M-C-x significa ESC-Control-x, o si preme il tasto Escape poi si tiene il tasto Control mentre si preme il tasto x.

Le associazioni di default dei tasti possono essere cambiate con un file ~/.inputrc Il valore della variabile di shell INPUTRC, se posta, è usato invece di ~/.inputrc. Altri programmi che usano questa libreria possono aggiungere il loro propri comandi e associazioni.

Per esempio, porre


M-Control-u: universal-argument
o
C-Meta-u: universal-argument
nel file ~/.inputrc farebbe eseguire a M-C-u il comando universal-argument della readline.

Sono riconosciuti i seguenti nomi simbolici di carattere: RUBOUT, DEL, ESC, LFD, NEWLINE, RET, RETURN, SPC, SPACE, e TAB. In aggiunta al nome del comando, readline permette che i tasti siano combinati in una stringa che è inserita quando il tasto è premuto (una macro).

Readline viene personalizzata ponendo i comandi in un file di inizializzazione. Il nome di questo file è preso dal valore della variabile INPUTRC. Se questa variabile non è posta, il default è ~/.inputrc. Quando si avvia un programma che usa la libreria readline, viene letto il file di inizializzazione, e sono impostate le associazioni dei tasti e le variabili. Vi sono solo pochi costrutti base permessi nel file di inizializzazione di readline. Le linee bianche sono ignorate. Le linee che iniziano con un # sono commenti. Le linee che iniziano con un $ indicano costrutti condizionali. Le altre linee denotano le associazioni dei tasti e l'assegnamento di variabili.

La sintassi per il controllo delle associazioni dei tasti nel file ~/.inputrc è semplice. Tutto quello che è richiesto è il nome del comando o il testo di una macro e una sequenza di tasti alla quale dovrà essere collegata. Il nome può essere specificato in uno dei modi: come nome simbolico di un tasto, eventualmente con i prefissi Meta- o Control-, o come una sequenza di tasti. Quando si usa la forma nome-tasto:nome-funzione o macro, nome-tasto è il nome di un tasto nella lingua inglese. Per esempio:

Control-u: universal-argument
Meta-Rubout: backward-kill-word
Control-o: ">&output"

Negli esempi sopra, C-u viene collegato alla funzione universal-argument, M-DEL viene collegato alla funzione backward-kill-word, e C-o viene collegato all'esecuzione della macro indicata sul lato destro (cioè, inserire il testo >&output nella linea).

Nella seconda forma, "sequenza-tasti":nome-funzione o macro, sequenza-tasti differisce da nome-tasto sopra, per il fatto che la stringa che denota una intera sequenza di tasti può essere specificata ponendo la sequenza all'interno delle virgolette. Alcuni tasti di escape nello stile di GNU Emacs possono essere usati, come nei seguenti esempi.

"\C-u": universal-argument
"\C-x\C-r": re-read-init-file
"\e[11~": "Function Key 1"

In questo esempio, C-u viene ancora collegato alla funzione universal-argument. C-x C-r viene collegato alla funzione re-read-init-file, e ESC [ 1 1 ~ viene collegato all'inserimento del testo Function Key 1. L'insieme completo delle sequenze di escape è

\C-
prefisso control
\M-
prefisso meta
\e
un carattere di escape
\\
backslash
\
il carattere "
\'
il carattere '

Quando si inserisce il testo di una macro, apostrofi o virgolette dovrebbero essere usati per indicare una definizione di macro. Il testo non quotato si assume che sia un nome di funzione. Il backslash quota qualsiasi carattere nel testo della macro, inclusi " e '.

Bash permette di mostrare o modificare le associazioni correnti dei tasti di readline con il comando incorporato bind. Il modo di editing può essere cambiato durante l'uso interattivo usando l'opzione -o del comando incorporato set (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

Readline ha delle variabili che possono essere usate per personalizzare ulteriormente il suo comportamento. Una variabile può essere impostata nel file inputrc con un'istruzione della forma


set nome-di-variabile valore

Tranne dove indicato diversamente, le variabili di readline possono avere solo i valori On o Off. Le variabili e i loro valori di default sono:

horizontal-scroll-mode (Off)
Quando posto a On, indica a readline di usare una sola linea per la visualizzazione, effettuando lo scroll dell'input in orizzontale su una sola linea dello schermo quando essa diventa più lunga della larghezza dello schermo, piuttosto che tornare a capo su una nuova linea.
editing-mode (emacs)
Controlla se readline parte con un insieme di associazioni di tasti simile a emacs o vi . editing-mode può essere posto a emacs o vi.
mark-modified-lines (Off)
Se posto a On, le linee della storia che sono state modificate sono mostrate precedute da un asterisco (*).
bell-style (audible)
Controlla cosa accade quando readline vuole suonare il campanello del terminale. Se posto a none, readline non suona mai il campanello. Se posto a visible, readline usa un campanello visible se ve ne è uno disponibile. Se posto a audible, readline tenta di suonare il campanello del terminale.
comment-begin (``#'')
La stringa che è inserita in modo vi quando è eseguito il comando vi-comment.
meta-flag (Off)
Se posto a On, readline abilita l'input a otto-bit (cioè, non eliminerà il bit alto dai caratteri che legge), indipendentemente da ciò che il terminale dichiara di poter supportare.
convert-meta (On)
Se posto a On, readline converte i caratteri con l'ottavo bit a 1, a una sequenza di caratteri ASCII eliminando l'ottavo bit e preponendo un carattere di escape (in effetti, usando l'escape come prefisso meta).
output-meta (Off)
Se posto a On, readline mostra direttamente i caratteri con l'ottavo bit a 1, piuttosto che come sequence di escape con prefisso meta.
completion-query-items (100)
Questo determina quando l'utente è interpellato per la visione del totale dei possibili completamenti generati dal comando possible-completions. Esso può essere posto a qualsiasi valore intero maggiore o uguale a zero. Se il numero di possibili completamenti è maggiore o uguale al valore di questa variabile, all'utente viene chiesto se desidera o no vederli; altrimenti essi sono semplicemente mostrati sul terminale.
keymap (emacs)
Imposta la mappa corrente dei tasti di readline. Il set dei nomi legali per le mappe dei tasti è emacs, emacs-standard, emacs-meta, emacs-ctlx, vi, vi-move, vi-command, e vi-insert. vi è equivalente a vi-command; emacs è equivalente a emacs-standard. Il valore di default è emacs; il valore di editing-mode influenza anche la mappa dei tasti di default.
show-all-if-ambiguous (Off)
Questo altera il comportamento di default delle funzioni di completamento. Se posto a on, le parole che hanno più di un possibile completamento provocano l'elencazione immediata delle coincidenze invece del suono del campanello.
expand-tilde (Off)
Se posto a on, l'espansione della tilde è effettuata quando readline tenta il completamento della parola.

Readline implementa un servizio simile, nello spirito, alla caretteristica di compilazione condizionale del preprocessore C che permette di effettuare associazioni di tasti e impostazioni di variabili in base al risultato di test. Vi sono tre direttive di controllo usate.

$if
Il costrutto $if permette che le associazioni siano fatte in base al modo di editing, al terminale che viene usato, o della applicazione che fa uso di readline. Il testo di condizione si estende fino alla fine della linea; nessun carattere è richiesto per separarlo.
mode
La forma mode= della direttiva $if è usata per verificare se readline è in modo emacs o vi. Questo può essere usato in congiunzione con il comando set keymap, per esempio, per impostare le associazioni delle mappe dei tasti di emacs-standard e emacs-ctlx solo se readline è avviata nel modo emacs.
term
La forma term= può essere usata per includere associazioni di tasti specifiche per un terminale, probabilmente per associare le sequenze di tasti emesse dai tasti funzione dei terminali. La parola a destra dell' = viene confrontata con il nome completo del terminale e la parte del nome del terminale che precede il primo -. Questo permette a sun di combaciare sia con sun che con sun-cmd, per esempio.
application
Il costrutto application è usato per includere le impostazioni specifiche della applicazione. Ogni programma che usa la libreria readline imposta il suo nome con application nome, e un file di inizializzazione può poi controllare un particolare valore. Questo può essere usato per associare sequenze di tasti a funzioni utili per uno specifico programma. Per esempio, il comando seguente aggiunge una sequenza di tasti che quota la parola corrente o la parola precedente in Bash:
 $if Bash
 # Quota la parola corrente o precedente
 "\C-xq": "\eb\"\ef\""
 $endif
 
$endif
Questo comando, come si è visto nell'esempio precedente, termina un comando $if .
$else
I comandi in questa parte della direttiva $if sono eseguiti se il test fallisce.

Ai comandi di readline possono essere dati argomenti numerici, che normalmente agiscono come contatori di ripetizione. Qualche volta, tuttavia, è il segno dell'argomento che è significativo. Passare un argomento negativo a un comando che agisce nella direzione avanti (per esempio, kill-line) fa sì che il comando agisca nella direzione indietro. I comandi con argomenti che hanno un comportamento che differisce da questo saranno indicati.

Quando un comando è descritto come eliminatore di testo, il testo cancellato è salvato per eventuali recuperi futuri (yanking). Il testo eliminato è salvato in un kill-ring. Eliminazioni consecutive provocano l'accumulo del testo in una unità, che può essere recuperata tutta in una volta. I comandi che non eliminano testo separano i pezzi di testo sul kill-ring.

La seguente è una lista dei nomi dei comandi e le sequenze di tasti di default a cui essi sono collegati.

Comandi per spostarsi

beginning-of-line (C-a)
Si sposta all'inizio della linea corrente.
end-of-line (C-e)
Si sposta alla fine della linea.
forward-char (C-f)
Si sposta avanti di un carattere.
backward-char (C-b)
Si sposta indietro di un carattere.
forward-word (M-f)
Si sposta in avanti alla fine della parola successiva. Le parole sono composte di caratteri alfanumerici (lettere e cifre).
backward-word (M-b)
Si sposta indietro all'inizio di questa, o della precedente, parola. Le parole sono composte di caratteri alfanumerici (lettere e cifre).
clear-screen (C-l)
Pulisce lo schermo lasciando la linea corrente in cima allo schermo. Con un argomento, rinfresca la linea corrente senza cancellare lo schermo.
redraw-current-line
Rinfresca la linea corrente. Per default, questo non è associato.

Comandi per manipolare la storia

accept-line (Newline, Return)
Accetta la linea senza curarsi di dove sia il cursore. Se questa linea non è vuota, la aggiunge alla lista della storia in accordo con lo stato della variabile HISTCONTROL. Se la linea è una linea della storia modificata, allora ripristina la linea della storia al suo stato originale.
previous-history (C-p)
Prende il precedente comando dalla lista della storia, spostandosi indietro nella lista.
next-history (C-n)
Prende il successivo comando dalla lista della storia, spostandosi avanti nella lista.
beginning-of-history (M-<)
Si sposta alla prima linea nella storia.
end-of-history (M->)
Si sposta alla fine della storia dell'input, cioè, la linea che deve correntemente essere inserita.
reverse-search-history (C-r)
Cerca all'indietro partendo dalla linea corrente spostandosi attraverso la storia come necessario. Questa è una ricerca incrementale.
forward-search-history (C-s)
Cerca in avanti partendo dalla linea corrente e spostandosi attraverso la storia come necessario. Questa è una ricerca incrementale.
non-incremental-reverse-search-history (M-p)
Cerca all'indietro attraverso la storia partendo dalla linea corrente, una stringa fornita dall'utente, usando una ricerca non incrementale.
non-incremental-forward-search-history (M-n)
Cerca in avanti attraverso la storia una stringa fornita dall'utente, usando una ricerca non incrementale.
history-search-forward
Cerca in avanti attraverso la storia una stringa di caratteri tra l'inizio della linea corrente e il punto corrente. Questa è una ricerca non incrementale. Per default, questo comando non è associato.
history-search-backward
Cerca all'indietro attraverso la storia una stringa di caratteri tra l'inizio della linea corrente e il punto corrente. Questa è una ricerca non incrementale. Per default, questo comando non è associato.
yank-nth-arg (M-C-y)
Inserisce il primo argomento del comando precedente (generalmente la seconda parola sulla linea precedente) nel punto (la posizione corrente del cursore). Con un argomento n, inserisce la n-sima parola del comando precedente (le parole nel comando precedente iniziano con la parola 0). Un argomento negativo inserisce la n-sima parola dalla fine del comando precedente.
yank-last-arg (M-., M-_)
Inserisce l'ultimo argomento del comando precedente (l'ultima parola sulla linea precedente). Con un argomento, si comporta esattamente come @code{yank-nth-arg}.
shell-expand-line (M-C-e)
Espande la linea nello stesso modo in cui fa la shell quando la legge. Questo effettua espansione degli alias e della storia così come tutte le espansioni di parola della shell. Si veda ESPANSIONE DELLA STORIA più avanti per una descrizione della espansione della storia.
history-expand-line (M-^)
Effettua l'espansione della storia sulla linea corrente. Si veda ESPANSIONE DELLA STORIA più avanti per una descrizione della espansione della storia.
insert-last-argument (M-., M-_)
Un sinonimo per yank-last-arg.
operate-and-get-next (C-o)
Accetta la linea corrente per l'esecuzione e prende dalla storia la linea successiva relativa alla linea corrente, per l'editing. Qualsiasi argomento è ignorato.

Comandi per cambiare il testo

delete-char (C-d)
Cancella il carattere sotto il cursore. Se il punto è all'inizio della linea, non vi è alcun carattere nella linea, e l'ultimo carattere battuto non era C-d, allora ritorna EOF.
backward-delete-char (Rubout)
Cancella il carattere dietro il cursore. Quando è dato un argomento numerico, salva il testo cancellato sul kill-ring.
quoted-insert (C-q, C-v)
Aggiunge "alla lettera" il successivo carattere che si digita sulla linea. Questo è il modo per inserire caratteri come C-q, per esempio.
tab-insert (C-v TAB)
Inserisce un carattere tab.
self-insert (a, b, A, 1, !, ...)
Inserisce il carattere digitato.
transpose-chars (C-t)
Trascina il carattere prima del cursore in avanti sopra il carattere sotto il cursore. Anche il cursore si sposta in avanti. Se il cursore è alla fine della linea, allora transpone i due caratteri prima del cursore. Argomenti negativi non funzionano.
transpose-words (M-t)
Trascina la parola prima del cursore dopo la parola oltre il cursore spostando inoltre il cursore dopo quella parola.
upcase-word (M-u)
Rende maiuscola la corrente (o seguente) parola. Con un argomento negativo, opera sulla parola precedente, ma non sposta il cursore.
downcase-word (M-l)
Rende minuscola la corrente (o seguente) parola. Con un argomento negativo, opera sulla parola precedente, ma non sposta il cursore.
capitalize-word (M-c)
Rende maiuscola la prima lettera della corrente (o seguente) parola. Con un argomento negativo, opera sulla parola precedente, ma non sposta il cursore.

Eliminazione e recupero

kill-line (C-k)
Elimina il testo dalla posizione corrente del cursore fino alla fine della linea.
backward-kill-line (C-x C-Rubout)
Elimina all'indietro fino all'inizio della linea.
unix-line-discard (C-u)
Elimina all'indietro dal cursore fino all'inizio della linea.
kill-whole-line
Elimina tutti i caratteri sulla linea corrente, non importa dove sia il cursore. Per default, questo non è associato.
kill-word (M-d)
Elimina dal cursore fino alla fine della parola corrente, o se tra parole, fino alla fine della successiva parola. I confini delle parole sono gli stessi che sono usati da forward-word.
backward-kill-word (M-Rubout)
Elimina la parola dietro il cursore. I confini delle parole sono gli stessi che sono usati da forward-word.
unix-word-rubout (C-w)
Elimina la parola dietro il cursore, usando gli spazi bianchi come un confine di parola. I confini di parola sono diversi rispetto a backward-kill-word.
delete-horizontal-space
Cancella tutti gli spazi e tab attorno al cursore. Per default, questo non è associato.
yank (C-y)
Recupera il contenuto in cima al kill-ring e lo pone prima del cursore.
yank-pop (M-y)
Ruota il kill-ring, e recupera la nuova cima. Funziona solo dopo yank o yank-pop.

Argomenti numerici

digit-argument (M-0, M-1, ..., M--)
Aggiunge questa cifra (digit) all'argomento che sta già accumulando, o inizia un nuovo argomento. M-- avvia un argomento negativo.
universal-argument
Ogni volta che è eseguito questo, l'argument count è moltiplicato per 4. L'argument count è inizialmente uno, così eseguendo questa funzione la prima volta mette argument count a quattro. Per default, questo non è associato a un tasto.

Completamento

complete (TAB)
Tenta di effettuare il completamento del testo che precede il cursore. Bash tenta il completamento trattando il testo, rispettivamente, come una variabile (se il testo inizia con $), nome di utente (se il testo comincia con ~), nome di host (se il testo comincia con @), o comando (includsi alias e funzioni). Se nessuna di queste produce una coincidenza, viene tentato il completamento di nome di file.
possible-completions (M-?)
Elenca i possibili completamenti del testo che precede il cursore.
insert-completions
Inserisce tutti i completamenti del testo che precede il cursore che sarebbero stati generati da possible-completions. Per default, questo non è associato a un tasto.
complete-filename (M-/)
Tenta il completamento del nome del file sul testo che precede il cursore.
possible-filename-completions (C-x /)
Elenca i possibili completamenti del testo che precede il cursore, trattandolo come un nome di file.
complete-username (M-~)
Tenta il completamento del testo che precede il cursore, trattandolo come un nome di utente.
possible-username-completions (C-x ~)
Elenca i possibili completamenti del testo che precede il cursore, trattandolo come un nome di utente.
complete-variable (M-$)
Tenta il completamento del testo che precede il cursore, trattandolo come una variabile di shell.
possible-variable-completions (C-x $)
Elenca i possibili completamenti del testo che precede il cursore, trattandolo come una variabile di shell.
complete-hostname (M-@)
Tenta il completamento del testo che precede il cursore, trattandolo come un nome di host.
possible-hostname-completions (C-x @)
Elenca i possibili completamenti del testo che precede il cursore, trattandolo come un nome di host.
complete-command (M-!)
Tenta il completamento del testo che precede il cursore, trattandolo come nome di comando. Il completamento di comando tenta di far combaciare il testo confrontandolo con alias, parole riservate, funzioni di shell, comandi incorporati e, in fine, nomi di file eseguibili, in questo ordine.
possible-command-completions (C-x !)
Elenca i possibili completamenti del testo che precede il cursore, trattandolo come un nome di comando.
dynamic-complete-history (M-TAB)
Tenta il completamento del testo che precede il cursore, confrontando il testo con le linee della lista della storia cercando i possibili completamenti combacianti.
complete-into-braces (M-{)
Effettua il completamento del nome di file e ritorna la lista dei possibili completamenti racchiusi tra parentesi graffe, così la lista è disponibile per la shell (si veda Espansione delle parentesi graffe sopra).

Macro di tastiera

start-kbd-macro (C-x ()
Inizia a salvare i caratteri digitati nella corrente macro di tastiera.
end-kbd-macro (C-x ))
Smette di salvare i caratteri digitati nella corrente macro di tastiera e salva la definizione.
call-last-kbd-macro (C-x e)
Riesegue l'ultima macro di tastiera definita, facendo si che i caratteri nella macro appaiano come se fossero digitati alla tastiera.

Varie

re-read-init-file (C-x C-r)
Legge il contenuto del file personale di inizializzazione, e incorpora ogni associazione o assegnamento di variabile trovata.
abort (C-g)
Annulla il corrente comando di editing e suona il campanello del terminale (dipendente dall'impostazione di bell-style).
do-uppercase-version (M-a, M-b, ...)
Esegue il comando che è collegato al corrispondente carattere maiuscolo.
prefix-meta (ESC)
Mette il tasto Meta per il successivo carattere digitato. ESC f è equivalente a Meta-f.
undo (C-_, C-x C-u)
Undo incrementale, ricordato separatamente per ogni linea.
revert-line (M-r)
Toglie tutti i cambiamenti fatti su questa linea. Questo è come digitare il comando undo un numero sufficiente di volte da riportare la linea al suo stato iniziale.
tilde-expand (M-~)
Effettua l'espansione della tilde sulla parola corrente.
dump-functions
Stampa tutte le funzioni e le loro associazioni di tasti sul flusso di uscita di readline. Se è fornito un argomento numerico, l'uscita è formattata in modo tale che può essere fatta parte di un file inputrc.
display-shell-version (C-x C-v)
Mostra l'informazione sulla versione della corrente instanza di bash.
emacs-editing-mode (C-e)
Quando in modo di editing vi, questo causa la commatazione al modo di editing emacs.

STORIA

Quando interattiva, la shell fornisce l'accesso alla storia dei comandi, la lista dei comandi precedentemente digitati. Il testo degli ultimi HISTSIZE comandi (default 500) è salvato in una lista della storia. La shell immagazzina ogni comando nella lista della storia prima della espansione di parametro e variabile (si veda ESPANSIONE sopra) ma dopo che è effettuata l'espansione della storia, ed è dipendente dai valori delle variabili di shell command_oriented_history e HISTCONTROL. All'avviamento, la storia è inizializzata dal file indicata dalla variabile HISTFILE (default ~/.bash_history). HISTFILE viene accorciato, se necessario, per contenere non più di HISTFILESIZE linee. Il comando incorporato fc (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti) può essere usato per elencare o editare e rieseguire una parte della lista della storia. Il comando incorporato history può essere usato per mostrare la lista della storia e manipolare il file di storia. Quando si usa l'editing della linea di comando, sono disponibili comandi di ricerca in ciascun modo di editing che fornisce accesso alla lista della storia. Quando una shell interattiva esce, le ultime HISTSIZE linee sono copiate dalla lista della storia su HISTFILE. Se HISTFILE non è posto, o se il file di storia non è scrivibile, la storia non viene salvata.

ESPANSIONE DELLA STORIA

La shell supporta una caratteristica di espansione della storia che è simile alla espansione della storia in csh. Questa sezione descrive quali caratteristiche di sintassi sono disponibili. Questa caratteristica è abilitata per default per le shell interattive, e può essere disabilitata usando l'opzione +H del comando incorporato set (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). Le shell non interattive non effettuano l'espansione della storia.

L'espansione della storia è effettuata immediatamente dopo che una linea completa è letta, prima che la shell la spezzi in parole. Essa ha luogo in due parti. La prima è determinare quale linea dalla storia precedente usare durante la sostituzione. La seconda è per selezionare parti di quella linea da includere in quella corrente. La linea selezionata dalla storia precedente è l'evento, e la parte di quella linea su cui si agisce sono le parole. La linea è spezzata in parole nello stesso modo di quando è letta in input, così che più parole separate da metacaratteri, circondate da virgolette o apostrofi, sono considerate come una parola. Solo il backslash (\) e gli apostrofi possono quotare il carattere di escape della storia, che è ! per default.

La shell permette il controllo dei vari caratteri usati dal meccanismo di espansione della storia (si veda la precedente descrizione di histchars sotto Variabili di shell).

Designatore di evento

Un designatore di evento è un riferimento a un elemento di linea di comando nella lista della storia.

!
Inizia una sostituzione di storia, tranne quando seguita da un blank, newline, = o (.
!!
Si riferisce al comando precedente. Questo è un sinonimo per `!-1'.
!n
Si riferisce alla linea di comando n.
!-n
Si riferisce alla linea di comando corrente meno n.
!stringa
Si riferisce al più recente comando che inizia con stringa.
!?stringa[?]
Si riferisce al più recente comando che contiene stringa.
^stringa1^stringa2^
Sostituzione rapida. Ripete l'ultimo comando, rimpiazzando stringa1 con stringa2. Equivalente a ``!!:s/stringa1/stringa2/'' (si veda Modificatori più avanti).
!#
L'intera linea di comando digitata fino a questo punto.

Designatori di parola

Un : separa la specificazione di evento dal designatore di parola. Esso può essere omesso se il designatore di parola inizia con un ^, $, *, o %. Le parole sono numerate dall'inizio della linea, con la prima parola indicata da uno 0 (zero).

0 (zero)
La zeresima parola. Per la shell, questa è la parola di comando.
n
La n-esima parola.
^
Il primo argomento. Cioè, la parola 1.
$
L'ultimo argomento.
%
La parola che combacia con `?stringa?' nella più recente ricerca.
x-y
Un intervallo di parole; `-y' abbrevia `0-y'.
*
Tutte le parole tranne la zeresima. Questo è un sinonimo per `1-$'. Non è un errore usare * se vi è solo una parola nell'evento; in quel caso è ritornata la stringa vuota.
x*
Abbrevia x-$.
x-
Abbrevia x-$ come x*, ma omette l'ultima parola.

Modificatori

Dopo l'opzionale designatore di parola, si può aggiungere una sequenza di uno o più dei seguenti modificatori, ognuno preceduto da un `:'.

h
Rimuove un componente di coda in un percorso, lasciando solo la testa.
r
Rimuove un suffiso di coda della forma .xxx, lasciando il basename (nome base).
e
Rimuove tutto tranne il suffisso di coda.
t
Rimuove tutti i componenti di testa in un percorso, lasciando la coda.
p
Stampa il nuovo comando ma non lo esegue.
q
Quota le parole sostituite, prevenendo ulteriori sostituzioni.
x
Quota le parole sostituite, come con q, ma spezza in parole sui blank e newline.
s/vecchio/nuovo/
Sostituisce nuovo per la prima occorrenza di vecchio nella linea di evento. Qualsiasi delimitatore può essere usato in luogo di /. Il delimitatore finale è opzionale se esso è l'ultimo carattere della linea di evento. Il delimitatore può essere quotato in vecchio e nuovo con un singolo backslash. Se compare & in nuovo, esso è rimpiazzato da vecchio. Un singolo backslash quoterà il carattere &.
&
Ripete la precedente sostituzione.
g
Fa sì che i cambiamenti siano applicati su l'intera linea di evento. Questo è usato in congiunzione con `:s' (per esempio, `:gs/vecchio/nuovo/') o `:&'. Se usato con `:s', qualsiasi delimitatore può essere usato in luogo di /, e il delimitatore finale è opzionale se esso è l'ultimo carattere della linea di evento.

CALCOLO ARITMETICO

La shell permette di calcolare espressioni aritmetiche, sotto certe circostanze (si veda il comando incorporato let e l'espansione artimetica). La valutazione viene fatta in interi long senza controllo per l'overflow, benché la divisione per 0 sia intercettata e segnalata come errore. La seguente lista di operatori è raggruppata per operatori di uguale livello di precedenza. I livelli sono elencati in ordine decrescente di precedenza.
- +
meno e più unari
! ~
negazione logica e "bit a bit"
* / %
moltiplicazione, divisione, modulo
+ -
addizione, sottrazione
<< >>
shift "bit a bit" a sinistra e a destra
<= >= < >
confronti
== !=
uguaglianza e disuaglianza
&
AND "bit a bit"
^
OR esclusivo "bit a bit"
|
OR "bit a bit"
&&
AND logico
||
OR logico
= *= /= %= += -= <<= >>= &= ^= |=
assegnamento

Le variabili di shell sono permesse come operandi; l'espansione di parametro è effettuata prima che l'espressione sia valutata. Il valore di un parametro dentro una espressione è forzato a un intero long. Una variabile di shell non ha bisogno di avere il suo attributo intero posto a on per essere usata in una espressione.

Le constanti con uno 0 iniziale sono interpretate come numeri ottali. Uno 0x o 0X iniziale indica numeri esadecimali. Altrimenti, i numeri prendono la forma [base#]n, dove base è un numero decimale tra 2 e 36 che rappresenta la base aritmetica, e n è un numero in quella base. Se base è omessa, allora è usata la base 10.

Gli operatori sono valutati in ordine di precedenza. Le sottoespressioni tra parentesi sono valutate prima e possono superare le regole di precedenza di cui sopra.

COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL

: [argomenti]
Nessun effetto; il comando non fa nient'altro oltre l'espansione degli argomenti e l'effettuazione di ogni ridirezione specificata. È ritornato un codice di uscita zero.
. nomefile [argomenti]
source nomefile [argomenti]
Legge ed esegue comandi dal nomefile nell'ambiente di shell corrente e ritorna lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito da nomefile. Se nomefile non contiene uno slash, i percorsi in PATH sono usati per trovare la directory contenente nomefile. Il file cercato in PATH non ha bisogno di essere eseguibile. La ricerca è fatta nella directory corrente se nessun file viene trovato in PATH. Se sono forniti degli argomenti, essi diventano i parametri posizionali quando nomefile è eseguito. Altrimenti i parametri posizionali sono inalterati. Lo stato di ritorno è lo stato dell'ultimo comando terminato dentro lo script (0 se nessun comando è eseguito), e falso se namefile non è trovato.
alias [nome[=valore] ...]
Alias senza argomenti stampa la lista degli alias nella forma nome=valore sullo standard output. Quando sono forniti gli argomenti, è definito un alias per ogni nome per cui è dato il valore. Uno spazio finale in valore provoca il controllo della successiva parola per la sostituzione di alias quando l'alias è espanso. Per ogni nome nella lista di argomenti per cui nessun valore è fornito, è stampato il nome e valore dell'alias. Alias ritorna vero a meno che sia dato un nome per il quale nessun alias è stato definito.
bg [jobspec]
Pone jobspec in background, come se esso fosse stato avviato con &. Se jobspec non è presente, è usata la nozione della shell di job corrente. bg jobspec ritorna 0 a meno che sia eseguito quando il job control è disabilitato o, con il job control abilitato, se jobspec non è stato trovato o è stato avviato senza job control.
bind [-m keymap] [-lvd] [-q nome]
bind [-m keymap] -f nomefile
bind [-m keymap] keyseq:nome-funzione
Mostra le correnti associazioni di tasti e funzioni di readline, o associa una sequenza di tasti a una funzione o macro di readline. La sintassi di associazione accettata è identica a quella di .inputrc, ma ciascuna associazione deve essere passata come argomento separato; per esempio, '"\C-x\C-r": re-read-init-file'. Le opzioni, se fornite, hanno i seguenti significati:
-m keymap
Use keymap come la mappa di tasti che deve essere influenzata dalle successive associazioni. I nomi accettabili per keymap sono emacs, emacs-standard, emacs-meta, emacs-ctlx, vi, vi-move, vi-command, e vi-insert. vi è equivalente a vi-command; emacs è equivalente a emacs-standard.
-l
Elenca i nomi di tutte le funzioni di readline
-v
Elenca i nomi delle funzioni correnti e le loro associazioni
-d
Emette i nomi delle funzioni e loro associazioni in modo tale che possano essere riletti
-f nomefile
Legge le associazioni dei tasti dal nomefile
-q funzione
Chiede quali tasti chimano la funzione indicata

Il valore di ritorno è 0 a meno che non sia data una opzione non riconosciuta o sia avvenuto un errore.

break [n]
Esce dall'interno di un ciclo for, while, o until. Se n è specificato, interrompe n livelli. n deve essere ≥ 1. Se n è più grande del numero di cicli racchiusi, tutti i cicli racchiusi sono terminati. Il valore di ritorno è 0 a meno che la shell non stia eseguendo un ciclo quando break è eseguito.
builtin comando-incorporato [argomenti]
Esegue il comando incorporato specificato, passandogli gli argomenti, e ritorna il suo stato di uscita. Questo è utile quando si desidera definire una funzione il cui nome è lo stesso di un comando incorporato della shell, ma le funzionalità del comando incorporato sono necessarie dentro la funzione stessa. Il comando incorporato cd è comunemente ridefinito in questo modo. Lo stato di ritorno è falso se comando-incorporato non è un comando incorporato della shell.
cd [dir]
Cambia la directory corrente con dir. La variabile HOME è il dir di default. La variabile CDPATH definisce i percorsi di ricerca per le directory che contengano dir. Nomi di directory alternative sono separate da un "due punti" (:). Un nome di directory nullo in CDPATH è lo stesso della directory corrente, cioè, ``.''. Se dir inizia con uno slash (/), allora CDPATH non è usato. Un argomento - è equivalente a $OLDPWD. Il valore di ritorno è vero se la directory è stata cambiata con successo; falso altrimenti.
command [-pVv] comando [arg ...]
Esegue comando con gli arg sopprimendo la normale ricerca tra le funzione di shell. Sono eseguiti solo i comandi incorporati o comandi trovati in PATH. Se è data l'opzione -p, la ricerca di comando viene effettuata usando un valore di default per PATH, per il quale è garantito che siano trovate tutte le utility standard. Se è fornita l'opzione -V o -v, viene stampata una descrizione di comando. L'opzione -v provoca la stampa di una singola parola che indica il comando o il percorso completo usato per chiamare comando; l'opzione -V produce una descrizione più completa. Un argomento -- disabilita il controllo delle opzioni per il resto degli argomenti. Se è fornita l'opzione -V o -v, lo stato di uscita è 0 se comando è stato trovato, e 1 se no. Se nessuna delle due opzioni è fornita e avviene un errore o comando non può essere trovato, lo stato di uscita è 127. Altrimenti, lo stato di uscita del comando incorporato command è lo stato di uscita di comando.
continue [n]
Riprende la successiva iterazione che contiene il ciclo for, while, o until. Se n è specificato, riprende all'n-esima nidificazione del ciclo. n deve essere ≥ 1. Se n è più grande del numero di cicli nidificati, riprende dall'ultimo ciclo che racchiude (il ciclo a più alto livello). Il valore di ritorno è 0 a meno che la shell non stia eseguendo un ciclo quando continue è eseguito.
declare [-frxi] [nome[=valore]]
typeset [-frxi] [nome[=valore]]
Dichiara variabili e/o da loro degli attributi. Se non è dato alcun nome, allora mostra i valori delle variabili. Le opzioni possono essere usate per restringere l'uscita alle sole variabili con gli attributi specificati.
-f
Usa solo nomi di funzioni
-r
Rende nomi accessibili in sola lettura. A questi nomi non possono quindi essere assegnati valori da successive istruzioni di assegnamento.
-x
Marca nomi per l'esportazione ai successivi comandi attraverso l'ambiente.
-i
La variabile è trattata come un intero; la valutazione aritmetica (si veda CALCOLO ARITMETICO ) è effettuata quando alla variabile è assegnato un valore.

Usare `+' invece di `-' mette a off gli attributi. Quando usato in una funzione, rende nomi locali, come con il comando local. Il valore di ritorno è 0 a meno che non sia incontrata una opzione illegale, sia fatto un tentativo di definire una funzione usando "-f foo=bar", uno dei nomi non è un nome legale di variabile di shell, e fatto un tentativo di mettere a off lo stato di sola lettura per una variabile a sola lettura, o è fatto un tentativo di mostrare una funzione non esistente con -f.

dirs [-l] [+/-n]
Mostra la lista delle directory correntemente ricordate. Le directory sono aggiunte alla lista con il comando pushd; il comando popd risale attraverso la lista.
+n
evidenzia l'n-esima directory contando dalla sinistra della lista mostrata da dirs quando è chiamato senza opzioni, partendo da zero.
-n
evidenzia l'n-esima directory contando dalla destra della lista mostrata da dirs quando è chiamato senza opzioni, partendo da zero.
-l
produce un elenco più lungo; il formato di default dell'elenco usa un carattere tilde per indicare la home directory.

Il valore di ritorno è 0 a meno che sia fornita una opzione illegale o n indirizza oltre la fine dello stack delle directory.

echo [-neE] [arg ...]
Emette gli args, separati da spazii. Lo stato di ritorno è sempre 0. Se è specificato -n, il newline in coda è soppresso. Se è data l'opzione -e, viene abilitata l'interpretazione dei successivi caratteri preceduti dal carattere di escape backslash. L'opzione -E disabilita l'interpretazione di questi caratteri di escape, perfino su sistemi dove essi sono interpretati per default.
\a
alert (campanello)
\b
spazio indietro
\c
sopprime il newline in coda
\f
avanzamento pagina
\n
nuova linea
\r
ritorno carrello
\t
tab orizzontale
\v
tab verticale
\\
backslash
\nnn
il carattere il cui codice ASCII è nnn (ottale)
enable [-n] [-all] [nome ...]
Abilita e disabilita i comandi incorporati della shell. Questo permette l'esecuzione di un comando su disco che ha lo stesso nome di un comado incorporato della shell senza dover specificare un percorso completo. Se è usato -n, ogni nome è disabilitato; altrimenti, nomi sono abilitati. Per esempio, per usare il programma test trovato attraverso il PATH, invece della versione incorporata nella shell, si digita ``enable -n test''. Se nessun argomento è dato, viene stampata una lista di tutti i comandi incorporati della shell abilitati. Se è fornita solo -n, viene stampata una lista di tutti i comandi incorporati disabilitati. Se è fornita solo -all, la lista stampata include tutti i comandi incorporati, con l'indicazione per ciascuno se è abilitato o no. enable accetta -a come sinonimo per -all. Il valore di ritorno è 0 a meno che nome non è un comando incorporato della shell.
eval [arg ...]
Gli arg sono letti e concatenati insieme in un singolo comando. Questo comando è quindi letto ed eseguito dalla shell, e il suo stato di uscita è ritornato come valore del comando eval. Se non vi è alcun arg, o vi sono solo argomenti nulli, eval ritorna vero.
exec [[-] comando [argomenti]]
Se comando è specificato, esso sostituisce la shell. Nessun nuovo processo è creato. Gli argomenti diventano gli argomenti per comando. Se il primo argomento è -, la shell pone un segno meno nello zeresimo arg passato al comando. Questo è ciò che fa login. Se il file non può essere eseguito, per alcune ragioni, una shell non interattiva termina, a meno che esista la variabile di shell no_exit_on_failed_exec, nel qual caso essa ritorna fallimento. Una shell interattiva ritorna fallimento se il file non può essere eseguito. Se comando non è specificato, qualsiasi ridirezione ha effetto nella corrente shell, e lo stato di ritorno è 0.
exit [n]
Causa l'uscita della shell con uno stato di uscita n. Se n è omesso, lo stato di uscita è quello dell'ultimo comando eseguito. Una trappola su EXIT è eseguita prima che la shell termini.
export [-nf] [nome[=parola]] ...
export -p
I nomi forniti sono marcati per esportazione automatica nell'ambiente dei comandi successivamente eseguiti. Se è data l' opzione -f, i nomi si riferiscono a funzioni. Se non è dato alcun nome o se se è fornita l'opzione -p, viene stampata una lista di tutti i nomi che sono esportati in questa shell. L'opzione -n provoca la rimozione della proprietà di esportazione dalle variabili indicate. Un argomento -- disabilita il controllo delle opzioni per il resto degli argomenti. export ritorna una stato di uscita di 0 a meno che sia incontrata una opzione illegale, uno dei nomi non è un nome legale di variabile di shell, o è fornita l'opzione -f con un nome che non è una funzione.
fc [-e nome-editor] [-nlr] [primo] [ultimo]
fc -s [pat=rep] [cmd]
Corregge un comando. Nella prima forma, un intervallo di comandi da primo a ultimo è selezionata dalla lista della storia. primo e ultimo possono essere specificati come una stringa (per localizzare l'ultimo comando che inizia con quella stringa) o come numero (un indice nella lista della storia, dove un numero negativo è usato come offset dal numero del comando corrente). Se ultimo non è specificato esso è posto al comando corrente, se per l'elencazione (così che fc -l -10 stampa gli ultimi 10 comandi), e a primo altrimenti. Se primo non è specificato esso è posto al precedente comando, se per l'editing e a -16 per l'elencazione.

Il flag -n sopprime i numeri dei comandi quando li elenca. Il flag -r inverte l'ordine dei comandi. Se è dato il flag -l, i comandi sono elencati sullo standard output. Altrimenti, è chiamato l'editor indicato da nome-editor su un file che contiene questi comandi. Se nome-editor non è dato, è usato il valore della variabile FCEDIT, o il valore di EDITOR se FCEDIT non è posta. Se ne l'una ne l'altra variabile è posta, è usato vi Quando l'editing è completato, i comandi editati sono ribaditi ed eseguiti.

Nella seconda forma, comando è rieseguito dopo che ogni instanza di pat è sostituita da rep. Un utile alias da usare con questo è ``r=fc -s'', così che digitare ``r cc'' esegue l'ultimo comando che inizia con ``cc'' e digitando ``r'' riesegue l'ultimo comando.

Se è usata la prima forma, il valore di ritorno è 0 a meno che sia incontrata una opzione illegale o primo o ultimo specificano linee della storia fuori dall'intervallo. Se è fornita l'opzione -e, il valore di ritorno è il valore dell'ultimo comando eseguito, o fallimento se avviene un errore con il file di comandi temporanei. Se è usata la seconda forma, lo stato di ritorno è quello del comando rieseguito, a meno che cmd specifichi una linea di storia non valida, nel qual caso fc ritorna fallimento.

fg [jobspec]
Pone jobspec in foreground, e lo rende il job corrente. Se jobspec non è presente, è usata la nozione della shell di job corrente. Il valore di ritorno è quello del comando posto in foreground, o fallimento se eseguito quando il job control è disabilitato o, quando eseguito con job control abilitato, se jobspec non specifica un job valido o jobspec specifica un job che era stato avviato senza job control.
getopts optstring nome [args]
getopts è usato dalle procedure di shell per analizzare i parametri posizionali. optstring contiene le lettere delle opzioni che devono essere riconosciute; se una lettera è seguita da un ":", l'opzione si aspetta di avere un argomento, che dovrà essere separato da essa da spazi bianchi. Ogni volta che è chiamata, getopts pone la successiva opzione nella variabile di shell nome, inizializzando nome se non esiste, e l'indice del prossimo argomento che deve essere processato nella variabile OPTIND. OPTIND è initializzato a 1 ogni volta che la shell o uno shell script viene chiamato. Quando una opzione richiede un argomento, getopts pone quell'argomento nella variabile OPTARG. La shell non azzera OPTIND automaticamente; essa deve essere manualmente azzerata tra più chiamate a getopts dentro la stessa esecuzione della shell, se deve essere usato un nuovo insieme di parametri.

getopts puo informare degli errori in due modi. Se il primo carattere di optstring è un "due punti", è usata una informazione di errore silenzioza. Nelle normali operationi i messaggi diagnostici sono stampati quando sono incontrate opzioni illegali o mancano gli argomenti delle opzioni. Se la variabile OPTERR è posta a 0, nessun messaggio di errore sarà mostrato, perfino se il primo carattere di optstring non è un "due punti".

Se è incontrata una opzione illegale, getopts pone ? nel nome e, se non silenziosa, stampa an messaggio di errore ed elimina OPTARG. Se getopts è silenziosa, il carattere di opzione trovato è posto in OPTARG e nessun messaggio diagnostico è stampato.

Se un argomento richiesto non è trovato, e getopts non è silenziosa, un punto interrogativo (?) è posto in nome, OPTARG non è posto, ed è stampato un messaggio diagnostico. Se getopts è silenzioza, allora un "due punti" (:) è posto in nome e OPTARG è posto al carattere di opzione trovato.

getopts normamente analizza i parametri posizionali, ma se sono dati più argomenti in args, getopts, invece, analizza questi. getopts ritorna vero se è trovata una opzione, specificata o non specificata. Ritorna falso se è incontrata la fine delle opzioni o avviene un errore.

hash [-r] [nome]
Per ciascun nome, è determinato e ricordato il percorso completo del comando. L'opzione -r fa sì che la shell dimentichi tutte le locazioni ricordate. Se nessun argomento è dato, è stampata l'informazione circa i comandi ricordati. Un argomento -- disabilita il controllo delle opzioni per il resto degli argomenti. Lo stato di ritorno è vero a meno che un nome sia irreperibile o sia fornita una opzione illegale.
help [pattern]
Mostra utili informazioni sui i comandi incorporati. Se pattern è specificato, help da un aiuto dettagliato su tutti i comandi che combaciano con pattern; altrimenti è stampata una lista dei comandi incorporati. Lo stato di ritorno è 0 a meno che nessun comando combaci con pattern.
history [n]
history -rwan [nomefile]
Senza opzioni, mostra la lista della storia dei comandi con i numeri di linea. Le linee elencate con un * sono state modificate. Con argomento n elenca solo le ultime n linee. Se è fornito un argomento non-opzione, esso è usato come nome del file di storia; se no, è usato il valore di HISTFILE. Le opzioni, se fornite, hanno i seguenti significati:
-a
Aggiunge le ``nuove'' linee della storia (linee della storia inserite dall'inizio della corrente sessione di bash) al file di storia
-n
Inserisce le linee della storia non ancora lette dal file di storia, nella corrente lista della storia. Queste sono le linee aggiunte al file di storia dall'inizio della corrente sessione di bash.
-r
Legge il contenuto del file di storia e lo usa come storia corrente.
-w
scrive la storia corrente sul file di storia, sovrascrivendo il contenuto del file di storia.

Il valore di ritorno è 0 a meno che sia incontrata una opzione illegale o avvenga un errore mentre si legge o si scrive il file di storia.

jobs [-lnp] [ jobspec ... ]
jobs -x comando [ args ... ]
La prima forma elenca i job attivi. L'opzione -l elenca gli ID dei processi in aggiunta alle normali informazioni; l'opzione -p elenca solo l'ID del primo processo del gruppo di processi del job. L'opzione -n mostra solo i job che hanno cambiato stato dall'ultima notifica. Se jobspec è dato, l'uscita è ristretta alle informazioni su quel job. Lo stato di ritorno è 0 a meno che sia incontrata una opzione illegale o sia fornito un jobspec illegale.

Se è fornita l'opzione -x, jobs sostituisce qualsiasi jobspec trovato in comando o args con il corrispondente ID del gruppo di processi, ed esegue comando passandogli args, e ritornando il suo stato di uscita.

kill [-s sigspec | -sigspec] [pid | jobspec] ...
kill -l [signum]
Manda il segnale indicato da sigspec al processo indicato da pid o jobspec. sigspec è o un nome di segnale, come SIGKILL, o un numero di segnale. Se sigspec è un nome di segnale, il nome è insensibile alle minuscole e maiuscole, e può essere dato con o senza il prefisso SIG. Se sigspec non è presente, si assume SIGTERM. Un argomento -l elenca i nomi dei segnali. Se sono forniti degli argomenti quando è data l'opzione -l, sono elencati i nomi dei segnali specificati, e lo stato di ritorno è 0. Un argomento -- disabilita il controllo delle opzioni per il resto degli argomenti. kill ritorna vero se almeno un segnale è stato mandato con successo, o falso se avviene un errore o è incontrata una opzione illegale.
let arg [arg ...]
Ogni arg è una espressione aritmetica che deve essere valuatata (si veda CALCOLOARITMETICO). Se l'ultimo arg viene valutato 0, let ritorna 1; altrimenti è ritornato 0.
local [nome[=valore] ...]
Per ogni argomento, crea una variabile locale chiamata nome, e gli assegna valore. Quando local è usato dentro una funzione, fa sì che la variabile nome abbia una visibilità ristretta a quella funzione e ai suoi figli. Senza alcun operando, local scrive una lista di variabili locali sullo standard output. È un errore usare local quando non si è dentro una funzione. Lo stato di ritorno è 0 a meno che local sia usata fuori da una funzione, o è fornito un nome illegale.
logout
Termina una shell di login.
popd [+/-n]
Rimuove degli elementi dallo stack delle directory. Senza argomenti, rimuove la directory in cima allo stack, ed effettua un cd verso la nuova directory in cima allo stack.
+n
rimuove l'n-esimo elemento contando dalla sinistra della lista mostrata da dirs, partendo da zero. Per esempio: ``popd +0'' rimuove la prima directory, ``popd +1'' la seconda.
-n
rimuove l'n-esimo elemento contando dalla destra della lista mostrata da dirs, partendo da zero. Per esempio: ``popd -0'' rimuove l'ultima directory, ``popd -1'' la penultima.

Se il comando popd ha successo, viene anche effettuato un dirs, e lo stato di ritorno è 0. popd ritorna falso se è incontrata una opzione illegale, lo stack delle directory è vuoto, è specificato un elemento non esistente nello stack delle directory, o il cambio di directory fallisce.

pushd [dir]
pushd +/-n
Aggiunge una directory in cima allo stack delle directory, o ruota lo stack, rendendo la corrente directory di lavoro la nuova cima dello stack. Senza argomenti, scambia le due directory in cima e ritorna 0, a meno che lo stack delle directory sia vuoto.
+n
Ruota lo stack così che la n-esima directory (contando dalla sinistra della lista mostrata da dirs) vada in cima.
-n
Ruota lo stack così che la n-esima directory (contando da destra) vada in cima.
dir
aggiunge dir in cima allo stack delle directory, rendendola la nuova directory di lavoro corrente.

Se il comando pushd ha successo, viene anche effettuato un dirs. Se è usata la prima forma, pushd ritorna 0 a meno che il cd verso dir fallisca. Con la seconda forma, pushd ritorna 0 a meno che lo stack delle directory sia vuoto, sia specificato un elemento non esistente nello stack delle directory, o il cambiamento di directory verso la nuova directory corrente specificata fallisca.

pwd
Stampa il percorso assoluto della corrente directory di lavoro. Il percorso stampato non contiene alcun link simbolico, se è posta l'opzione -P al comando incorporato set (si veda anche la descrizione di nolinks sotto Variabili di shell sopra). Lo stato di ritorno è 0 a meno che avvenga un errore mentre si legge il percorso della directory corrente.
read [-r] [nome ...]
Una linea è letta dallo standard input, e la prima parola è assegnata al primo nome, la seconda parola al secondo nome, e così via, con le parole rimaste assegnate all'ultimo nome. Solo i caratteri in IFS sono riconosciuti come delimitatori di parola. Se non è fornito alcun nome, la linea letta è assegnata alla variabile REPLY. Il codice di ritorno è zero, a meno che sia incontrata la fine del file. Se è data l'opzione -r, una coppia backslash-newline non è ignorata, e il backslash è considerato essere parte della linea.
readonly [-f] [nome ...]
readonly -p
I nomi dati sono marcati per sola lettura e i valori di questi nomi non possono essere cambiati dagli assegnamenti successivi. Se è fornita l'opzione -f, sono così marcate le funzioni corrispondenti ai nomi. Se nessun argomento è dato, o se è fornita l'opzione -p, viene stampata una lista di tutti i nomi a sola lettura. Un argomento -- disabilita il controllo delle opzioni per il resto degli argomenti. Lo stato di ritorno è 0 a meno che sia incontrata una opzione illegale, uno dei nomi non è un nome legale di variabile di shell, o sia fornita l'opzione -f con un nome che non è una funzione.
return [n]
Fa sì che una funzione esca con il valore di ritorno specificato da n. Se n è omesso, lo stato di ritorno è quello dell'ultimo comando eseguito nel corpo della funzione. Se usato fuori da una funzione, ma durante l'esecuzione di un script tramite il comando . (sorgente), fa sì che la shell smetta di eseguire quello script e ritorni o n o lo stato di uscita dell'ultimo comando eseguito dentro lo script, come stato di uscita dello script. Se usato fuori da una funzione e non durante l'esecuzione di uno script per mezzo di ., lo stato di ritorno è falso.
set [--abefhkmnptuvxldCHP] [-o opzione] [arg ...]
-a
Automaticamente marca le variabili, che sono modificate o create, per l'esportazione verso l'ambiente dei comandi successivi.
-b
Fa sì che lo stato di un job in background terminato venga riportato immediatamente, piuttosto che prima del successivo prompt primario (si veda anche notify sotto Variabili di shell precedentemente).
-e
Esce immediatamente se un comando semplice (si veda GRAMMATICA DELLA SHELL sopra) termina con uno stato diverso da zero. La shell non esce se il comando che fallisce è parte di un ciclo until o while, parte di una istruzione if, parte di una lista && o ||, o se il valore di ritorno del comando è stato invertito per mezzo di !.
-f
Disabilita l'espansione di percorso.
-h
Localizza e ricorda i comandi funzione appena le funzioni sono definite. Normalmente i comandi funzione sono cercati quando la funzione è eseguita.
-k
Tutti gli argomenti delle parole chiave sono posti nell'ambiente per un comando, non solo quelli che precedono il nome del comando.
-m
Modo monitor. Il job control è abilitato. Questo flag è on per default per le shell interattive, su sistemi che lo supportano (si veda JOB CONTROL sopra). I processi in background girano in un gruppo di processi separato e una linea che contiene il loro stato di uscita viene stampata al loro completamento.
-n
Legge i comandi ma non li esegue. Questo può essere usato per controllare uno shell script per errori di sintassi. Questo è ignorato per le shell interattive.
-o nome-opzione
Il nome-opzione può essere uno dei seguenti:
allexport
Lo stesso di -a.
braceexpand
La shell effettua l'espansione delle parentesi graffe (si veda Espansione delle parentesi graffe sopra). Questo è on per default.
emacs
Usa una interfaccia di editing della linea di comando in stile emacs. Questo è abilitato per default quando la shell è interattiva, a meno che la shell sia avviata con l'opzione -nolineediting.
errexit
Lo stesso di -e.
histexpand
Lo stesso di -H.
ignoreeof
L'effetto è lo stesso che se fosse stato eseguito il comando di shell `IGNOREEOF=10' (si veda Variabili di shell sopra).
interactive-comments
Permette che una parola che inizia con # causi che la parola e tutti i rimanenti caratteri su quella linea siano ignorati in una shell interattiva (si veda COMMENTI sopra).
monitor
Lo stesso di -m.
noclobber
Lo stesso di -C.
noexec
Lo stesso di -n.
noglob
Lo stesso di -f.
nohash
Lo stesso di -d.
notify
Lo stesso di -b.
nounset
Lo stesso di -u.
physical
Lo stesso di -P.
posix
Cambia il comportamento di bash dove le operazioni di default differiscono dallo standard Posix 1003.2 per farlo combaciare con lo standard.
privileged
Lo stesso di -p.
verbose
Lo stesso di -v.
vi
Usa una interfaccia di editing della linea di comando in stile vi.
xtrace
Lo stesso di -x.

Se non è fornito alcun nome-opzione, sono stampati i valori delle opzioni correnti.

-p
Attiva il modo privilegiato. In questo modo, il file $ENV non è processato, e le funzioni di shell non sono ereditate dall'ambiente. Questo è abilitato automaticamente all'avvio se l'id effettivo dell'utente (gruppo) non è uguale all'id reale dell'utente (gruppo). Disattivare questa opzione fa sì che l'id effettivo dell'utente e del gruppo sia posto all'id reale dell'utente e del gruppo.
-t
Esce dopo aver letto ed eseguito un comando.
-u
Considera errore le variabili non impostate quando effettua l'espansione di parametro. Se l'espansione è tentata su una variabile non impostata, la shell stampa un messaggio di errore e, se non interattiva, esce con uno stato diverso da zero.
-v
Stampa le linee in input alla shell appena sono lette.
-x
Dopo l'espansione di ogni comando semplice , bash mostra il valore espanso di PS4, seguito dal comando e dai suoi argomenti espansi.
-l
Salva e ripristina l'associazione di nome in un comando for nome [in parola] (si veda GRAMMATICA DELLA SHELL sopra).
-d
Disabilita l'hashing dei comandi che sono cercati per essere eseguiti. Normalmente, i comandi sono ricordati in una tavola hash, e una volta trovati, non devono essere più cercati.
-C
L'effetto è lo stesso che se fosse stato eseguito il comando di shell `noclobber=' (si veda Variabili di shell sopra).
-H
Abilita la sostituzione della storia in stile ``!''. Questo flag è on per default quando la shell è interattiva.
-P
Se posto, non segue i link simbolici quando esegue comandi che, come cd, cambiano la directory corrente. È, invece, usata la directory fisica.
--
Se nessun argomento segue questo flag, allora i parametri posizionali non sono impostati. Altrimenti, i parametri posizionali sono posti agli arg, persino se alcuni di loro iniziano con un -.
-
Segnala la fine delle opzioni, e fa sì che tutti i rimanenti args siano assegnati ai parametri posizionali. Le opzioni -x e -v sono messe a off. Se non vi è alcun arg, i parametri posizionali rimangono inalterati.

I flag sono messi a off per default salvo specificato diversamente. Usare + piuttosto che - causa che questi flag siano posti a off. I flag possono anche essere specificati come opzioni in una chiamata della shell. Il corrente insieme di flag può essere trovato in $-. Dopo che gli argomenti opzione sono processati, i rimanenti n arg sono trattati come valori per i parametri posizionali e sono assegnati, in ordine, a $1, $2, ... $n. Se non è fornita nessuna opzione o arg, sono stampate tutte le variabili di shell. Lo stato di ritorno è sempre vero a meno che sia incontrata una opzione illegale.

shift [n]
I parametri posizionali da n+1 ... sono rinominati $1 .... I parametri rappresentati dai numeri $# fino a $#-n+1 non sono impostati. Se n è 0, nessun parametro viene cambiato. Se n non è dato, è assunto essere 1. n deve essere un numero non negativo minore o uguale a $#. Se n è più grande di $#, i parametri posizionali non sono cambiati. Lo stato di ritorno è più grande di 0 se n è più grande di $# o minore di 0; altrimenti 0.
suspend [-f]
Sospende l'esecuzione di questa shell fino a che non riceve un segnale SIGCONT. L'opzione -f dice di non lamentarsi se questa è una shell di login; ma la sospende comunque. Lo stato di ritorno è 0 a meno che la shell sia una shell di login e non è fornito -f, o se il job control non è abilitato.
test expr
[ expr ]
Ritorna uno stato di 0 (vero) o 1 (falso) dipendente dalla valutazione della espressione condizionale expr. Le espressioni possono essere unarie o binarie. Le espressioni unarie sono spesso usate per esaminare lo stato di un file. Vi sono operatori su stringa e anche operatori di comparazione numerica. Ogni operatore e operando deve essere un argomento separato. Se file è della forma /dev/fd/n, allora è controllato il descrittore di file n.
-b file
Vero se file esiste ed è speciale a blocchi.
-c file
Vero se file esiste ed è speciale a caratteri.
-d file
Vero se file esiste ed è una directory.
-e file
Vero se file esiste.
-f file
Vero se file esiste ed è un file normale.
-g file
Vero se file esiste ed è impostato il suo bit set-group-id.
-k file
Vero se file ha il suo ``sticky'' bit impostato.
-L file
Vero se file esiste ed è un link simbolico.
-p file
Vero se file esiste ed è una pipe con nome.
-r file
Vero se file esiste ed è leggibile.
-s file
Vero se file esiste ed ha una grandezza maggiore di zero.
-S file
Vero se file esiste ed è un socket.
-t fd
Vero se fd è aperto su un terminale.
-u file
Vero se file esiste ed è impostato il suo bit set-user-id.
-w file
Vero se file esiste ed è scrivibile.
-x file
Vero se file esiste ed è eseguibile.
-O file
Vero se file esiste ed è posseduto dall'utente con l'id effettivo.
-G file
Vero se file esiste ed è posseduto dal gruppo con l'id effettivo.
file1 -nt file2
Vero se file1 è più recente (rispetto alla data di modifica) di file2.
file1 -ot file2
Vero se file1 è più vecchio di file2.
file1 -ef file
Vero se file1 e file2 sono sullo stesso dispositivo e hanno lo stesso numero di inode.
-z stringa
Vero se la lunghezza di stringa è zero.
-n stringa
stringa
Vero se la lunghezza di stringa è diversa da zero.
stringa1 = stringa2
Vero se le stringhe sono uguali.
stringa1 != stringa2
Vero se le stringhe non sono uguali.
! expr
Vero se expr è falso.
expr1 -a expr2
Vero se entrambe expr1 E expr2 sono vere.
expr1 -o expr2
Vero se o expr1 O expr2 è vera.
arg1 OP arg2
OP è uno tra -eq, -ne, -lt, -le, -gt, o -ge. Questi operatori aritmetici binari ritornano vero se arg1 è, rispettivamente, uguale, non uguale, minore, minore o uguale, maggiore, o maggiore o uguale ad arg2. Arg1 e arg2 possono essere interi positivi, interi negativi, o la speciale espressione -l stringa, che calcola la lunghezza di stringa.
times
Stampa i tempi accumulati in user e system per la shell e per i processi eseguiti dalla shell. Lo stato di ritorno è 0.
trap [-l] [arg] [sigspec]
Il comando arg dovrà essere letto e eseguito quando la shell riceve il segnale(i) sigspec. Se arg è assente o -, tutti i segnali specificati sono riportati al loro valore originale (i valori che essi avevano al momento dell'ingresso nella shell). Se arg è la stringa nulla questo segnale è ignorato dalla shell e dai comandi che essa lancia. sigspec è o un nome di segnale definito in <signal.h>, o un numero di segnale. Se sigspec è EXIT (0) il comando arg è eseguito all'uscita della shell. Senza argomenti, trap stampa la lista di comandi associati con ciascun numero di segnali. L'opzione -l fa sì che la shell stampi una lista di nomi di segnali e i loro numeri corrispondenti. Un argomento -- disabilita il controllo delle opzioni per il resto degli argomenti. I segnali ignorati al momento dell'ingresso della shell non possono essere intercettati o resettati. I segnali intercettati sono riportati al loro valore originale in un processo figlio quando esso è creato. Lo stato di ritorno è falso se o il nome o il numero della trappola non è valido; altrimenti trap ritorna vero.
type [-all] [-type | -path] nome [nome ...]
Senza opzioni, indica come dovrà essere interpretato ciascun nome se usato come un nome di comando. Se è usato il flag -type, type stampa una frase che è una fra alias, keyword, function, builtin, o file se nome è, rispettivamente un alias, una parola riservata della shell, una funzione, un comando incorporato, o un file su disco. Se il nome non è trovato, allora non è stampato nulla, ed è ritornato uno stato di uscita di falso. Se è usato il flag -path, type ritorna o il nome del file su disco che dovrebbe essere eseguito se nome fosse specificato come un nome di comando, o nulla se -type non avrebbe ritornato file. Se un comando è nella tavola hash, -path stampa il valore hash, non necessariamente il file che appare per primo in PATH. Se è usato il flag -all, type stampa tutti i posti che contengono un eseguibile chiamato nome. Questo include alias e funzioni, se e solo se non è usato anche il flag -path. La tavola hash dei comandi non è consultata quando si usa -all. type accetta -a, -t, e -p in luogo di -all, -type, e -path, rispettivamente. Un argomento -- disabilita il controllo delle opzioni per il resto degli argomenti. type ritorna vero se uno qualsiasi degli argomenti viene trovato, falso se non ne è trovato nessuno.
ulimit [-SHacdfmstpnuv [limite]]
Ulimit fornisce il controlo sulle risorse disponibili per la shell e per i processi avviati da essa, sui sistemi che permettono un tale controllo. Il valore di limite può essere un numero nell'unità specificata per la risorsa, o il valore unlimited. Le opzioni H e S specificano che viene impostato il limite hard o limite soft per la data risorsa. Un limite hard non può essere aumentato una volta che è impostato; un limite soft può essere aumentato fino al valore del limite hard. Se non è specificato ne H ne S, il comando applica il limite soft. Se limite è omesso, viene stampato il valore corrente del limite soft della risorsa, a meno che sia data l'opzione H. Quando è specificata più di una risorsa, il nome del limite e l'unità vengono stampati prima del valore. Le altre opzioni sono interpretate come segue:
-a
sono riportati tutti i limiti correnti
-c
la grandezza massima dei file core creati
-d
la grandezza massima del segmento dati di un processo
-f
la grandezza massima dei file creati dalla shell
-m
la grandezza massima della memoria occupata.
-s
la grandezza massima dello stack
-t
il massimo quantitativo di tempo di cpu in secondi
-p
la grandezza della pipe in blocchi da 512 byte (questo non può essere cambiato)
-n
il numero massimo di descrittori di file aperti (la maggior parte dei sistemi non permette che questo valore sia impostato, ma solo mostrato)
-u
il numero massimo di processi disponibili per un singolo utente
-v
Il massimo ammontare di memoria virtuale disponibile per la shell

Un argomento -- disabilita il controllo delle opzioni per il resto degli argomenti. Se limite è dato, esso è il nuovo valore della risorsa specificata (l'opzione -a è solo per visualizzazione). Se nessuna opzione è data, allora è assunta -f. I valori sono in multipli di 1024 byte, tranne che per -t, che è in secondi, -p, che è in unità di blocchi da 512 byte, e -n e -u, che sono numeri senza unità. Lo stato di ritorno è 0 a meno che sia incontrata una opzione illegale, è fornito come limite un argomento non numerico diverso da unlimited, o avvenga un errore mentre si imposta un nuovo limite.

umask [-S] [modo]
La maschera di creazione dei file dell'utente è posta a modo. Se modo inizia con una cifra, esso è interpretato come numero ottale; altrimenti è interpretato come un modo di maschera simbolico simile a quello accettato da chmod(1). Se modo è omesso, o se è fornita l'opzione -S, viene stampato il valore corrente della maschera. L'opzione -S fa sì che la maschera venga stampata in formato simbolico; l'uscita di default è un numero ottale. Un argomento -- disabilita il controllo delle opzioni per il resto degli argomenti. Lo stato di ritorno è 0 se il modo è stato cambiato con successo o se nessun argomento modo era stato fornito, e falso altrimenti.
unalias [-a] [nome ...]
Rimuove nome dalla lista degli alias definiti. Se è fornita -a, sono rimosse tutte le definizioni di alias. Il valore di ritorno è vero a meno che un nome fornito non è un alias già definito.
unset [-fv] [nome ...]
Per ciascun nome, rimuove la corrispondente variabile o, se è data l'opzione -f, funzione. Un argomento -- disabilita il controllo delle opzioni per il resto degli argomenti. È da notare che PATH, IFS, PPID, PS1, PS2, UID, e EUID non possono essere rimosse. Se una qualsiasi fra RANDOM, SECONDS, LINENO, o HISTCMD è rimossa, perde la sua speciale proprietà, persino se essa viene successivamente ripristinata. Lo stato di uscita è vero a meno che un nome è inesistente o è "non impostabile".
wait [n]
Aspetta la terminazione del processo specificato e ritorna il suo stato di uscita. n può essere un ID di processo o una specificazione di job; se è data una specificazione di job, si aspetta la terminazione di tutti i processi nella pipeline di quel job. Se n non è dato, si aspetta la terminazione di tutti i processi figli correntemente attivi, e lo stato di ritorno è zero. Se n specifica un processo o job non esistente, lo stato di ritorno è 127. Altrimenti, lo stato di ritorno è lo stato di uscita dell'ultimo processo o job per cui si era in attesa del termine.

INVOCAZIONE

Una shell di login è una il cui primo carattere dell'argomento zero è un -, o una avviata con il flag -login.

Una shell interattiva è una i cui standard input e output sono entrambi connessi ai terminali (come determinato da isatty(3)), o una avviata con l'opzione -i. PS1 è impostato e $- include i se bash è interattiva, permettendo a uno script di shell o un file di inizializzazione di controllare questo stato.

 Shell di login:
   Alla login (dipendentemente dalla opzione -noprofile):
         se /etc/profile esiste, lo legge.
 
         se ~/.bash_profile esiste, lo legge,
           altrimenti se ~/.bash_login esiste, lo legge,
             altrimenti se ~/.profile esiste, lo legge.
 
   All'uscita:
         se ~/.bash_logout esiste, lo legge.
 
 Shell interattiva non di login:
   Alla partenza (dipendentemente dalle opzioni -norc e -rcfile):
         se ~/.bashrc esiste, lo legge.
 
 Shell non interattiva:
   Alla partenza:
         se la variabile di ambiente ENV non è nulla, la espande
         e legge il file che indica, come se fosse stato eseguito,
         il comando
                 if [ "$ENV" ]; then . $ENV; fi
         ma non usa PATH per cercare il percorso del nome.
         Quando non è avviata in modo Posix, bash
         guarda BASH_ENV prima di ENV.
 
 

Se Bash è chiamata come sh, prova a imitare il comportamento di sh nel modo più vicino possibile. Per una shell di login, essa tenta di leggere solo /etc/profile e ~/.profile, in questo ordine. L'opzione -noprofile può anche essere usata per disabilitare questo comportamento. Una shell invocata come sh non tenta di leggere nessun altro file di inizializzazione.

Quando bash è avviata in modo posix, come con l'opzione -posix sulla linea di comando, essa segue lo standard Posix per i file di inizializzazione. In questo modo, la variabile ENV è espansa e quel file letto; nessun altro file di inizializzazione viene letto.

VEDERE ANCHE

Bash Features, Brian Fox e Chet Ramey
The Gnu Readline Library, Brian Fox e Chet Ramey
The Gnu History Library, Brian Fox e Chet Ramey
A System V Compatible Implementation of 4.2BSD Job Control, David Lennert
Portable Operating System Interface (POSIX) Part 2: Shell e Utilities, IEEE
sh(1), ksh(1), csh(1)
emacs(1), vi(1)
readline(3)

FILE USATI

/bin/bash
The bash eseguibile
/etc/profile
Il file di inizializzazione generale per il sistema, eseguito per le shell di login
~/.bash_profile
Il file di inizializzazione personale, eseguito per le shell di login
~/.bashrc
Il file di inizializzazione individuale per shell interattiva
~/.inputrc
Il file di inizializzazione individuale per readline

AUTORI

Brian Fox, Free Software Foundation (primo autore)
bfox@ai.MIT.Edu
Chet Ramey, Case Western Reserve University
chet@ins.CWRU.Edu

NOTIFICA DEI BACHI

Se trovate un baco in bash, dovreste renderlo noto, ma prima, dovreste assicurarvi che esso è veramente un baco, e che appare nella versione più recente di bash che voi avete.

Una volta che avete determinato che vi è realmente un baco, inviate per posta un rapporto sul baco a bash-maintainers@prep.ai.MIT.Edu. Se avete una correzione, siete invitati a inviare anche quella! Suggerimenti e rapporti su bachi "filosofici" possono essere inviati a bug-bash@prep.ai.MIT.Edu o inviati al newsgroup su Usenet gnu.bash.bug.

TUTTI i rapporti su bachi dovranno includere:

Il numero di versione di bash
L'hardware e il sistema operativo
Il compilatore usato per compilare
Una descrizione del comportamento del baco
Uno corto script o "ricetta" che manifesti il baco

Commenti e rapporti su bachi riguardo a questa pagina di manuale dovranno essere indirizzati a chet@ins.CWRU.Edu (per la traduzione italiana, a augusto@comune.modena.it).

BACHI

È troppo grande e troppo lenta.

Vi sono alcune sottili differenze tra bash e le versioni tradizionali di sh, soprattutto per via delle specifiche POSIX

Gli alias lasciano perplessi in alcuni usi.